I processori Intel hanno un grave problema, e la soluzione non vi piacerà
Un errore di progettazione rende necessario un aggiornamento che rallenterà i computer
Aggiornamento del 4 gennaio 2018
Le falle di sicurezza interessano un numero ancora più ampio di processori rispetto a quanto inizialmente ipotizzato, e sono interessati altri marchi come AMD e ARM.
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Una buona parte dei processori Intel prodotti nell’ultimo decennio ha un grave problema di sicurezza. Questo problema può essere risolto – almeno per ora – solo intervenendo sui sistemi operativi dei computer, cosa che li renderà sensibilmente più lenti. La notizia è stata diffusa martedì dal sito di tecnologia Register, mentre Intel non ha ancora reso pubblici molti dettagli per dare tempo ai produttori di sistemi operativi e agli esperti di sicurezza informatica di risolvere il problema. Seppure in assenza di dettagli, molti osservatori si chiedono come la falla di sicurezza possa essere passata inosservata per così tanto tempo, e se qualcuno possa averne approfittato per sottrarre dati all’insaputa delle persone interessate.
Semplificando molto, il processore è il componente di ogni computer che ne gestisce i comandi e coordina le altre risorse. Maggiore è la sua capacità di calcolo, maggiore il numero di operazioni che è in grado di eseguire in un certo periodo di tempo: la velocità del computer che stiamo usando dipende da molte cose, ma una delle più importanti è questa potenza di calcolo. Intel è il principale produttore di processori al mondo e ora sappiamo che la maggior parte dei processori Intel venduti nell’ultima decina di anni ha una falla di progettazione che potrebbe consentire a programmi malevoli di leggere parte dei dati che vengono elaborati.
La falla dà accesso ad alcune aree protette della memoria utilizzata per il kernel, la parte più delicata del sistema operativo che dialoga direttamente con l’hardware del computer. In alcune circostanze, la falla potrebbe essere usata per sottrarre con relativa facilità informazioni come le proprie password.
Per risolvere il problema si può solamente ricorrere a una soluzione software, perché la falla è parte stessa del modo in cui sono progettati i processori Intel di tipo x86-64, i più diffusi degli ultimi anni. Deve essere quindi il sistema operativo a intervenire per chiudere quell’accesso. In misura diversa è quindi necessario un aggiornamento di Windows (Microsoft), macOS (Apple) e di Linux. A giudicare dalle informazioni che circolano online tra gli sviluppatori, e la loro fretta nel cercare soluzioni, il problema sembra essere piuttosto serio e riguarda non solo i computer che utilizzano le singole persone, ma anche sistemi più complessi usati per esempio in ambito aziendale o per il mantenimento dei siti online.
La buona notizia è che una soluzione esiste e i principali produttori di sistemi operativi sono già al lavoro per adottarla, quella meno buona è che gli aggiornamenti per risolvere il problema potrebbero rallentare notevolmente i computer. Questo perché la soluzione passa attraverso un’esclusione di buona parte dei processi che il computer gestisce per il singolo utente dalla memoria messa a disposizione del kernel, rallentando la loro elaborazione. Il rallentamento stimato è tra il 5 e il 30 per cento a seconda delle condizioni e delle elaborazioni che gestisce in quel momento il processore.
Salvo casi eccezionali, il rallentamento per la maggior parte dei proprietari di computer dovrebbe essere irrilevante, mentre le cose si potrebbero complicare per sistemi molto complessi, come quelli che gestiscono i servizi cloud attraverso migliaia di computer (server) collegati tra loro. Un’intera rete più lenta del 5 per cento nel gestire alcune informazioni potrebbe causare disservizi, in mancanza di altre soluzioni per attenuare il problema.
Intel fornirà informazioni più dettagliate nelle prossime settimane, mentre ci sono notizie di alcuni sistemi di rete già aggiornati negli ultimi mesi del 2017. Non è escluso che in futuro si riesca a trovare una soluzione software migliore, che renda meno marcati i rallentamenti dei processori.