Apple si è scusata per la storia del rallentamento degli iPhone con vecchie batterie
I proprietari di iPhone 6 riceveranno uno sconto per sostituire la vecchia batteria, ma le implicazioni sono ancora più grandi
Apple ha pubblicato una lunga lettera di scuse ai proprietari di iPhone, qualche centinaio di milioni di persone in tutto il mondo, per rispondere alle polemiche delle ultime settimane intorno ai sistemi che utilizza per rallentare i suoi smartphone nel caso in cui la loro batteria sia ormai logora e non stabile a sufficienza da garantire un normale funzionamento delle applicazioni. Oltre a spiegare i motivi tecnici dietro alla scelta, Apple ha annunciato che per buona parte del 2018 i proprietari da iPhone 6 in poi potranno ottenere uno sconto di 60 euro per la sostituzione della loro batteria, spendendo solo 29 euro per un ricambio originale invece dei classici 89.
La scorsa settimana, Apple aveva ammesso di rallentare i vecchi iPhone in particolari circostanze, dopo che uno sviluppatore aveva notato cali di potenza del processore e delle prestazioni nel caso in cui la batteria fosse scarica o ormai vecchia di qualche anno. Dalla sua analisi era emerso che iOS, il sistema operativo degli iPhone, interviene per ridurre i picchi nella richiesta di energia per evitare che la batteria diventi instabile e causi lo spegnimento improvviso dello smartphone. Apple aveva in seguito confermato la pratica, ricevendo molte critiche per averla adottata all’insaputa degli utenti. Articoli poco accurati e post sui social network avevano inoltre contribuito a distorcere i fatti, rafforzando in molti il luogo comune secondo cui le nuove versioni di iOS sarebbero pensate appositamente per rallentare gli iPhone più vecchi, in modo da incentivare l’acquisto di modelli più recenti, la cosiddetta “obsolescenza programmata”.
Davanti alla quantità crescente di critiche e ad alcune cause legali avviate negli Stati Uniti, Apple ha preferito rispondere con la lettera pubblicata nel tardo pomeriggio di ieri, giovedì 28 dicembre (in Italia era notte). L’azienda parte da un presupposto cui evidentemente tiene molto, visto il luogo comune intorno ai suoi iPhone:
Prima di tutto, non abbiamo mai fatto nulla – e mai lo faremmo – per ridurre intenzionalmente la vita di un prodotto Apple, né faremmo qualcosa per ridurre l’esperienza dell’utente in modo da incentivarlo a passare a un nuovo modello. Il nostro obiettivo è sempre stato creare prodotti amati dai nostri clienti, e fare in modo che gli iPhone durino il più possibile è una parte importante di tutto questo.
Come sanno bene tutti i proprietari di smartphone, la batteria è il componente più soggetto a usura dell’intero telefono. I continui cicli di carica/scarica e l’uso stesso dello smartphone portano i composti chimici della batteria a rovinarsi, rendendola meno stabile e soprattutto meno efficiente nel mantenimento della carica e la gestione dei consumi. Il problema interessa tutti i produttori di smartphone ed è uno dei motivi per cui molte aziende, come Apple e Samsung, spendono ogni anno centinaia di milioni di dollari in ricerca e sviluppo per progettare batterie più efficienti e che si logorano meno col tempo. Visto che i tentativi finora non sono stati molto fruttuosi, i produttori hanno iniziato a introdurre modifiche ai loro sistemi operativi, per compensare lato software le mancanze dell’hardware.
Senza darne notizia, circa un anno fa Apple ha introdotto un nuovo sistema di controllo della batteria tramite l’aggiornamento 10.2.1 di iOS, che ha interessato i modelli più vecchi dei suoi smartphone: iPhone 6, iPhone 6 Plus, iPhone 6s, iPhone 6s Plus e iPhone SE. Quando il processore e altri componenti sono in una fase di picco, cioè richiedono molta energia in pochissimo tempo per svolgere un’operazione, iOS interviene per rallentarli e fare in modo che la richiesta di energia sia spalmata in un arco di tempo più lungo (parliamo comunque di frazioni di secondo). In questo modo il picco viene attenuato e la batteria riceve meno stress: resta più stabile, evitando per esempio che smetta di funzionare di colpo, causando uno spegnimento improvviso dell’iPhone.
Nei mesi successivi all’aggiornamento, Apple aveva notato un sensibile miglioramento e una riduzione degli spegnimenti improvvisi degli smartphone. Per questo motivo, nella seconda metà dell’anno aveva introdotto un sistema analogo anche per i più recenti iPhone 7 e iPhone 7 Plus, considerato che i primi modelli venduti avevano ormai più di un anno e la loro batteria iniziava a essere logora.
Come hanno spiegato molti esperti, la soluzione adottata da Apple è stata molto utile per rendere più affidabili gli iPhone vecchi, ma l’azienda sta pagando il fatto di non avere comunicato nulla agli utenti per quasi un anno. Per stessa ammissione di Apple nella lettera di scuse, sono stati i suoi clienti a segnalare di avere iPhone più lenti in alcune circostanze:
Sulla base delle nostre esperienze, inizialmente abbiamo pensato che il problema fosse dovuto a una combinazione di due fattori: un normale, e temporaneo, impatto sulle performance dell’aggiornamento alla nuova versione del sistema operativo, mentre l’iPhone è intento a installare nuovo software e gli aggiornamenti delle singole app, e un bug secondario che è stato successivamente risolto.
Ora pensiamo che abbia contribuito al problema il continuo invecchiamento delle batterie sui vecchi iPhone 6 e iPhone 6s, molti dei quali funzionano ancora con le loro batterie originali.
Per questo motivo, e per rispondere alle numerose critiche e al danno d’immagine, Apple ha deciso di scontare di 60 euro la sostituzione della batteria dagli iPhone 6, “in modo da ricompensare la lealtà dei nostri clienti e riottenere la fiducia di tutti quelli che hanno messo in dubbio le intenzioni” dell’azienda. Il piano di sostituzione sarà avviato nelle prime settimane del prossimo anno in tutto il mondo e sarà disponibile fino alla fine di dicembre 2018.
Tra qualche settimana, inoltre, Apple diffonderà un nuovo aggiornamento di iOS con uno strumento per avere diagnosi più accurate sullo stato della propria batteria, in modo da capire quando e se iOS debba intervenire per mantenerla stabile, evitando che il telefono si spenga all’improvviso.
Queste modifiche, e soprattutto lo sconto per cambiare la batteria, dovrebbero consentire a Apple di recuperare il danno d’immagine, anche se non tutti ne sono convinti. La vicenda degli iPhone rallentati deriva da un problema tecnico, complesso e inevitabile, difficile da spiegare ai meno esperti e che nelle semplificazioni sui media ha rafforzato il luogo comune: “Apple rallenta gli iPhone vecchi così ne compri uno nuovo”.
Il tema dell’obsolescenza programmata esiste, ma è su una scala diversa e riguarda l’inevitabile tendenza in ambito tecnologico (e non solo) a produrre dispositivi sempre più potenti, che possono gestire software più complessi meglio di quanto facessero i modelli precedenti. La conseguenza è che per usare le funzionalità più recenti è necessario acquistare un nuovo modello. Nel caso di Apple si parlò molto di obsolescenza programmata nel 2013, quando fu introdotto iOS 7, sistema operativo che cambiava molte cose rispetto alla versione precedente e che causò un marcato rallentamento dei modelli di iPhone più vecchi, rendendoli in alcuni casi quasi inutilizzabili. Quell’aggiornamento contribuì più di altro ad alimentare l’idea che Apple rallentasse apposta i dispositivi più datati per venderne di nuovi. In realtà, anche sul piano economico, le cose sono più complesse di così.
Apple trae importanti profitti non solo dalle vendite degli smartphone, ma anche dalle applicazioni che si possono acquistare sul suo App Store. L’azienda ha quindi tutto l’interesse a mantenere una base molto ampia di proprietari di iPhone, attivi e interessati a spendere soldi per le app, per gli ebook, i film, il servizio di musica in streaming Apple Music e per quello di archiviazione online iCloud. Se la durata degli iPhone fosse volutamente limitata, molti utenti sarebbero meno propensi a comprare un altro iPhone, visto quanto poco gli è durato il primo.
Le stesse statistiche sull’utilizzo dei vari modelli in giro per il mondo sfatano, almeno in parte, il mito sulla scarsa longevità degli smartphone di Apple. Gli iPhone 6, messi in vendita più di tre anni fa, continuano a essere i più diffusi: 21 per cento di tutti gli iPhone attivi in giro per il mondo. Seguono gli iPhone 6s (18 per cento) di due anni fa e gli iPhone 5s (12 per cento) di oltre 4 anni fa. Non è dato sapere quanti di questi dispositivi siano stati venduti negli anni seguenti alla loro presentazione, né se funzionino ancora con la batteria originale o se siano stati sottoposti alla sua sostituzione, non necessariamente con un ricambio originale.
L’elemento forse più importante nella lettera di scuse di Apple è il riconoscimento implicito del fatto che l’approccio nell’assistenza per le batterie degli iPhone non è adeguato. L’azienda ha ammesso che la batteria è il componente che si consuma di più, quindi potrebbero esserci in futuro nuove soluzioni tecniche e commerciali per affrontare il problema ed estendere la vita del proprio iPhone.