Alla fine quando saranno le elezioni?
Probabilmente a marzo, ma nonostante "indiscrezioni" e "retroscena" sui giornali si aspetta la decisione del presidente della Repubblica
Le prime pagine dei giornali di oggi, tornati in edicola dopo la pausa natalizia, danno ormai per conclusa la legislatura e per certo l’annuncio imminente da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dello scioglimento delle Camere in vista delle prossime elezioni. Alcuni giornali danno quasi l’idea che la scelta, una delle più importanti di cui dispone la più alta carica dello Stato, sia già stata formalizzata e che resti solo da annunciare la data delle prossime elezioni: in realtà, come avviene quasi sempre in questi casi, gli articoli sono basati su “voci”, “indiscrezioni” e retroscena, che a volte lasciano il tempo che trovano, e non c’è stata ancora nessuna comunicazione ufficiale da parte del Quirinale né tanto meno dalla presidenza del Consiglio.
Ripassino di educazione civica
L’articolo 60 della Costituzione stabilisce che, in condizioni normali, le Camere restano in carica per 5 anni, periodo che viene comunemente detto “legislatura”:
La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono eletti per cinque anni. La durata di ciascuna Camera non può essere prorogata se non per legge e soltanto in caso di guerra.
L’articolo 61 dice inoltre che “le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro 70 giorni dalla fine delle precedenti”.
L’articolo 87 infine dice, tra le altre cose, che il presidente della Repubblica “indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione”. Quello seguente dice che il presidente ha anche la facoltà di “sciogliere le Camere o anche una sola di esse”, sentiti i loro rispettivi presidenti.
Quindi, ricapitolando, una legislatura in condizioni normali dura 5 anni, al termine dei quali il presidente della Repubblica deve sciogliere le Camere, in modo che entro 70 giorni siano eletti i nuovi deputati e senatori per la legislatura successiva. Nel periodo di transizione tra una legislatura e l’altra, il Parlamento uscente mantiene comunque i propri poteri.
A che punto siamo
L’attuale legislatura è la XVII della Repubblica ed è iniziata a metà marzo del 2013: è quindi in carica da quasi 5 anni, per fare i precisi da 1.748 giorni. Nel corso della legislatura ci sono stati tre governi: Letta 2013 – 2014, Renzi 2014 – 2016, e Gentiloni iniziato circa un anno fa e ancora in carica.
Perché si parla di scioglimento delle Camere
Nelle ultime settimane si è iniziato a parlare vagamente e poi con maggiori concretezze dell’imminente fine della legislatura, anche se alla sua fine “naturale” mancherebbero ancora diversi giorni. È opinione piuttosto diffusa tra gli osservatori, e la maggior parte dei parlamentari, che l’intenzione sia di sciogliere il Parlamento entro la fine dell’anno, consentendo in questo modo di andare a votare nei primi giorni di marzo. Questa soluzione consentirebbe di sfruttare per la campagna elettorale i primi due mesi dell’anno, non sempre molto produttivi dal punto di vista politico in Parlamento, e di fare insediare un nuovo governo entro la primavera.
Quando avverrà l’annuncio
Praticamente tutti i giornali che danno per finita la legislatura dicono che domani, giovedì 28 dicembre, potrebbe essere il giorno scelto per lo scioglimento delle Camere. La giornata coincide con quella che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha fissato per la tradizionale conferenza di fine anno, l’incontro con i giornalisti per fare il punto sull’azione di governo. L’annuncio da parte del Quirinale potrebbe arrivare poco dopo la conferenza stampa, e comunque non comporterebbe la fine del governo, che resterebbe in carica per il cosiddetto “disbrigo degli affari correnti”. In questo modo Mattarella potrebbe inoltre occuparsi meglio del tema della fine della legislatura, delle nuove elezioni e della campagna elettorale nel corso del suo messaggio televisivo di fine anno, che viene trasmesso la sera del 31 dicembre.
Quando si vota
Come abbiamo visto, dal momento in cui vengono sciolte le Camere, le elezioni politiche devono tenersi al massimo entro 70 giorni. Se, come dicono in molti, l’annuncio arrivasse tra domani e la fine del 2017, le date più probabili per le elezioni sarebbero o il 4 o l’11 marzo 2018, considerato che la giornata elettorale si tiene di domenica, prolungandosi certe volte anche il lunedì. Questa è però solo un’ipotesi che resterà tale fino a quando il presidente Mattarella non avrà formalizzato lo scioglimento delle Camere e indetto le nuove elezioni.