Storia fotografica della malavita milanese
Una mostra racconta la storia della criminalità a Milano, dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca
Fino all’11 febbraio 2018 a Palazzo Morando – Costume Moda Immagine, a Milano, sarà possibile visitare la mostra “MILANO E LA MALA. Storia criminale della città, dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca“: racconta la storia della criminalità a Milano tra la fine degli anni Quaranta e la metà degli anni Ottanta e lo fa attraverso 170 immagini, storie, documenti delle indagini e cimeli di quegli anni.
La mostra è organizzata cronologicamente e spiega come le cose sono cambiate nel tempo attraverso alcune delle storie più famose e i personaggi che ne sono stati protagonisti: dai primi gruppi improvvisati dell’immediato dopoguerra, all’affermazione di strategie più organizzate.
Una delle storie più interessanti e conosciute è quella della rapina di via Osoppo del 1958: sette uomini assaltarono un portavalori e rubarono oltre 600 milioni di lire senza sparare nemmeno un colpo. I ladri furono rintracciati nei giorni seguenti, grazie al ritrovamento delle tute da operaio che avevano indossato, e furono condannati a pene tra i 9 e i 20 anni di prigione.
Dopo questo episodio, tra gli anni Sessanta e Ottanta la criminalità composta da piccoli gruppi – quella che veniva chiamata Ligera, con riferimento al termine dialettale che significa “teppistello”, piccole bande che si coalizzavano per un colpo e poi si scioglievano – lasciò il posto a una forma più strutturata, organizzata in gruppi omogenei e a volte di tipo mafioso che puntavano al controllo del gioco d’azzardo, della prostituzione e del traffico di droga. Sono gli anni di Francis Turatello, Angelo Epaminonda e Renato Vallanzasca, a cui è dedicata l’ultima sezione della mostra.
Raccontando i cambiamenti della criminalità milanese, la mostra parla anche dei luoghi di Milano in cui si sviluppò – i night club o i circoli privati, l’ippodromo di San Siro, il Giambellino, o via Conca del Naviglio e il Ticinese – e delle persone che la combatterono, come il Commissario Mario Nardone e il futuro Questore Achille Serra.