Ci sono novità sul sindaco di Mantova
Mattia Palazzi era accusato di aver chiesto favori sessuali alla vicepresidente di un'associazione in cambio di fondi, ma si è scoperto che lei aveva modificato le chat
La procura di Mantova ha chiesto l’archiviazione per l’indagine che ipotizzava il reato di tentata concussione continuata per il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, del Partito Democratico, che circa un mese fa era stato coinvolto in una storia di messaggi erotici di cui si era parlato sulla stampa nazionale. I giornali scrivono che durante un interrogatorio di ieri si è scoperto che la presunta vittima dell’estorsione aveva modificato i messaggi che aveva inizialmente fornito agli investigatori, aggiungendo frasi e parole che lasciavano pensare che il sindaco potesse avere abusato del suo potere. Palazzi è ancora indagato dalla procura per un altro reato, quello di abuso d’ufficio: un nuovo filone dell’indagine aperto dopo la prima denuncia, che lo vede sospettato di aver violato le regole nell’assegnazione dei finanziamenti comunali per le iniziative culturali.
Palazzi era stato denunciato per aver richiesto favori sessuali alla vicepresidente di un’associazione culturale di Mantova, in cambio di finanziamenti: da subito però era sembrata una storia strana, perché a denunciare Palazzi non era stata la presunta vittima, che invece lo aveva difeso dicendo di non avere subito ricatti o abusi di potere. Nei giorni successivi erano emerse delle conversazioni via WhatsApp e Facebook tra Palazzi e la vicepresidente dell’associazione – che in quanto presunta vittima era rimasta protetta dall’anonimato – che i giornali avevano descritto come erotiche, e contenenti foto intime.
Palazzi, che inizialmente aveva detto di conoscere solo superficialmente la vicepresidente dell’associazione, aveva dovuto parzialmente ammettere la loro relazione, ma non si era dimesso spiegando che non aveva abusato del suo ruolo pubblico, e che l’associazione non aveva ricevuto nessun fondo comunale. Nei giorni successivi si era scoperto che a presentare l’esposto alla procura era stato Giuliano Longfils, consigliere comunale di opposizione, di Forza Italia.
I giornali hanno ora diffuso il nome della vicepresidente dell’associazione, Elisa Nizzoli, di 39 anni e dell’associazione “Mantua me genuit”, che avrebbe ammesso nell’interrogatorio di aver modificato i messaggi erotici ricevuti da Palazzi aggiungendo parti che suggerivano un abuso di potere, per poi inviarli a vari conoscenti senza avvisarli della manipolazione. I messaggi erano arrivati a Longfils, che aveva sporto denuncia. Ora Nizzoli è indagata per aver fornito informazioni false al pubblico ministero durante il suo primo interrogatorio.
Dell’indagine ancora aperta su Palazzi non si sa molto, se non che l’ipotesi di reato è che abbia favorito l’assegnazione dei fondi comunali alle associazioni culturali, e che è stata aperta dopo che i Carabinieri avevano acquisito dal comune le pratiche sui contributi erogati dall’amministrazione nel 2016 e nel 2017.