Cos’è questa storia dei passaporti austriaci per i sudtirolesi
È una proposta del nuovo governo austriaco, e riapre una questione vecchia un secolo
Da ieri sui giornali si parla molto dell’intenzione del governo austriaco di offrire la cittadinanza agli abitanti della provincia autonoma di Bolzano, l’unica zona amministrativa italiana in cui abita una maggioranza tedescofona. La proposta fa parte dell’accordo di governo fra i due partiti che sostengono il nuovo governo austriaco, che si è insediato ieri. È stata annunciata durante una conferenza stampa tenuta a Bolzano da Werner Neubauer, il responsabile per i rapporti con l’Alto Adige del Partito delle Libertà austriaco, il partito di estrema destra che sostiene il nuovo governo. La proposta dell’Austria ha generato molte reazioni, soprattutto contrarie, da parte dei politici e dei membri del governo italiano.
La questione dell’autonomia dell’Alto Adige – il nome con cui viene chiamata la provincia di Bolzano – esiste dal 1919, anno in cui l’Impero austro-ungarico cedette la zona al Regno d’Italia dopo la sconfitta nella Prima guerra mondiale. Già a quei tempi la maggior parte degli abitanti parlava tedesco e si sentiva culturalmente affine alla regione austriaca del Tirolo, tanto che gli altoatesini di lingua tedesca preferiscono chiamare la propria regione Südtirol.
La situazione non è mai cambiata, nonostante i tentativi del regime fascista di “italianizzare” a forza la regione. Secondo il censimento del 2011 il 69,41 per cento della popolazione altoatesina parla tedesco, segno che probabilmente discende dalle popolazioni che abitavano la zona prima che fosse ceduta all’Italia. Dal 1972 la regione gode comunque di ampia autonomia e di un sistema di rappresentanza che tiene conto della provenienza “etnica” dei cittadini.
Nella conferenza stampa di ieri Neubauer ha annunciato che il governo sostenuto dal suo partito intende concedere la cittadinanza austriaca agli altoatesini che vorranno sommarla a quella italiana. Secondo Neubauer la richiesta potrà essere avanzata «già nel 2018, al più tardi all’inizio del 2019», e i parametri precisi verranno stabiliti da un’apposita commissione governativa. Il quotidiano Alto Adige ha stimato che potenzialmente più di 350mila persone potrebbero approfittare di questa possibilità: 330mila altoatesini di lingua tedesca e 21mila ladini, un altro gruppo etnico che prima della Prima guerra mondiale abitava nei territori dell’Impero austro-ungarico.
L’Alto Adige ipotizza inoltre che il criterio determinante per chiedere la cittadinanza austriaca sarà probabilmente la firma del Sprachgruppenzugehörigkeitserklärung (“dichiarazione di appartenenza linguistica”), un’autocertificazione che ogni altoatesino può firmare per dichiarare di appartenere al gruppo linguistico tedescofono (e accedere quindi ai posti riservati nel settore pubblico).
La concessione della doppia cittadinanza agli altoatesini di lingua tedesca fa parte da tempo delle proposte politiche del Partito delle Libertà, che fa spesso leva sul nazionalismo e la nostalgia per l’impero. In un comizio tenuto nel 2015 a Merano, in provincia di Bolzano, il leader del partito Norbert Hofer disse agli altoatesini di lingua tedesca che «la divisione del Sudtirolo dalla madrepatria tramite un confine fu ingiusta» e che «la vostra patria è il Sudtirolo e la vostra patria è l’Austria». Hofer promise anche che la concessione della cittadinanza austriaca sarebbe stato un punto importante del prossimo governo austriaco, di cui ora il suo partito fa effettivamente parte.
La proposta è stata accolta in maniera piuttosto ostile da diversi politici italiani: l’ha criticata anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, definendola «una mossa velleitaria». Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha detto invece che la questione verrà affrontata «con grande delicatezza».