Il vero problema dell’albero di Natale di Roma non è che è spelacchiato
O meglio, anche quello, certo: ma la vera storia riguarda quanto è costato e come è stato appaltato dal comune
Da diversi giorni i giornali si occupano molto dell’albero di Natale che il comune di Roma ha installato in piazza Venezia, nel centro della città, per celebrare il periodo delle feste. L’albero è piuttosto brutto e spelacchiato ed è stato preso molto in giro: da qualche giorno è anche attivo su Twitter un account-parodia che finge di parlare a nome dell’albero, chiamandolo Spelacchio, nome che è stato adottato anche dai giornali. A causa della bruttezza dell’albero di Natale, il comune di Roma è stato criticato e sbeffeggiato: per averlo scelto male e per non essere riuscito a tenerlo in buone condizioni fino a Natale, causando un danno di immagine alla città.
Non è la prima volta che l’amministrazione di Virginia Raggi, eletta col Movimento 5 Stelle, viene criticata per questo motivo: l’anno scorso fu accusata di avere risparmiato sugli addobbi dell’albero e fu costretta ad aggiungerne a metà dicembre.
Non sono brutto sono sobrio.#AlberoDiNatale #roma
— Spelacchio (@spelacchio) December 8, 2017
L’albero installato quest’anno, un abete rosso, è alto 21 metri ed è stato decorato con 600 sfere e tre chilometri di luci a led. A molti sembrava spoglio e malmesso sin dall’inizio, ma negli ultimi giorni la situazione sembra essere peggiorata, tanto che secondo il Messaggero la sindaca Virginia Raggi ha richiesto una «relazione tecnica urgente» al servizio giardini del comune sulle condizioni dell’albero.
Nonostante oggi molti giornali abbiano scritto che l’albero era morto, l’abete era partito già morto dalla val di Fiemme, in Trentino: come a tutti gli alberi di Natale, gli erano state tagliate le lunghe radici per inserirlo più comodamente in una base. Questi grossi alberi, tuttavia, sono solitamente in grado di sopravvivere per più di un mese senza radici: cosa che non è successa all’albero di Roma, ma che è dimostrata da quasi tutti gli alberi di Natale che si trovano in giro per il mondo. Dalle foto diffuse negli ultimi giorni, sappiamo che l’albero di Roma era in buone condizioni almeno quando è partito dal Trentino.
Secondo una prima ricostruzione del comune resa pubblica dal Messaggero, qualcosa è andato storto durante il trasporto: l’abete è stato coperto solo parzialmente – come si vede anche dalle foto della partenza pubblicate da ilDolomiti.it – e molte foglie potrebbero essere cadute nel lungo viaggio tra il Trentino e Roma. Ilario Cavada, tecnico forestale della Comunità della Val di Fiemme, ha spiegato però all’AGI che secondo lui il problema è stato un altro: «Quello che è successo è che sia stata eseguita non correttamente l’operazione di slegatura della pianta una volta arrivata a Roma: procedura, questa, di estrema delicatezza perché c’è il rischio di rottura dei rami. Ecco, a mio giudizio, e senza accusare nessuno, la causa di quel che è successo va ricercata in questa fase».
Anche il comune, però, è stato criticato per come ha gestito la situazione, soprattutto per essersi mosso in ritardo per organizzare l’albero di Natale. Il primo atto in cui il comune annunciava che sarebbe stato assegnato un appalto per trasportare e montare l’albero – che è stato donato gratuitamente dalla Comunità della Val di Fiemme – è del 13 novembre, solo tre settimane prima dalla consegna prevista. Con tutta probabilità il comune prevedeva già di dovere arrivare ad assegnare l’appalto con procedura diretta: nel documento si diceva infatti che la spesa massima stanziata era di 40mila euro, una soglia che se superata lo avrebbe costretto a indire una gara pubblica.
Tre giorni dopo il comune ha infatti comunicato di avere affidato l’appalto con un’assegnazione diretta alla Ecofast Sistema, la stessa società che se n’era occupata l’anno scorso. Il comune ha giustificato il ricorso all’assegnazione diretta con «l’esigenza impellente di assicurare la tempestiva esecuzione del servizio, non compatibile con i tempi ordinari»: ma sarebbe stato sufficiente pensarci prima.
Il comune è stato criticato anche per la cifra pagata ad Ecofast Sistema: 48.677,08 euro compresi IVA e oneri, il triplo di quanto speso l’anno scorso, quando Raggi si vantò in un post su Facebook di avere speso 15mila euro e aver “risparmiato moltissimo rispetto al passato”. Non è chiaro perché il comune abbia speso così tanto né perché si sia rivolto proprio a Ecofast, visto che la loro offerta non era poi così conveniente. L’azienda aveva proposto al comune di svolgere il lavoro per 39.899,24 euro esclusa l’IVA; appena un centinaio di euro in meno della spesa massima prevista dal comune, che è quella oltre la quale sarebbe stato necessario fare una gara.
Il sito Romafaschifo, molto informato sulle cose romane e anche molto critico con la giunta Raggi, ha ricostruito la storia dell’albero e ha scritto così:
Comunque senz’altro la società ECOFAST SISTEMA srl sarà la più attrezzata per fare questo lavoro, ma allora perché non farla partecipare a dei bandi o delle call? Se sono bravi vinceranno comunque senza bisogno di incaricarli direttamente bypassando qualsiasi trasparenza. […] La differenza è che prima che arrivasse Raggi, ECOFAST per lavorare per il Comune doveva vincere fior di gare e evidenze pubbliche con la partecipazione anche di altre aziende. Così è capitato nel 2014 e nel 2015 come gli atti nei link testimoniano. Insomma Raggi non solo ha confermato le ditte che lavoravano ai tempi di Marino e che allestivano e allestiscono gli alberi di Natale con basamento protetto dai “tradizionali” (sic) vasetti de plastica con le piantine, ma in più ha dato loro incarichi diretti senza farle passare da un regolare bando di gara. Ma non è stata eletta per fare piazza pulita di tutto?