Perché il nuovo Star Wars non piace agli appassionati?
I critici e gli spettatori occasionali ne parlano in termini entusiastici, quelli che hanno una spada laser a casa molto meno
Il nuovo film di Star Wars, Gli Ultimi Jedi, ha diviso gli appassionati sin dalla primissima scena (da qui in poi ci sono un sacco di spoiler, avvisati). Poe Dameron, il miglior pilota della Resistenza, si avvicina a un’enorme astronave del Primo Ordine per un attacco apparentemente suicida e deve cercare di prendere tempo. Contatta l’astronave, chiede di parlare col generale Hux e mentre aspetta di caricare le proprie armi fa finta di avere qualche problema col vivavoce, e di non sentire niente. È una gag tutto sommato innocua, ma ad alcuni è sembrata più vicina alla comicità del film-parodia Balle Spaziali che a quella dei film precedenti. Per molti fan della saga il film «è finito lì», come ha scritto il sito di critica cinematografica 400 calci.
Se conoscete qualche impallinato di Star Wars probabilmente vi ha già elencato tutte le cose che non funzionano negli Ultimi Jedi, oltre alla prima scena. Il vostro impallinato non è solo: su Rotten Tomatoes, un sito che aggrega le recensioni cinematografiche di critici e utenti, il parere dei critici è nettamente superiore a quello degli spettatori fino a questo momento. Le recensioni entusiaste uscite nei giorni scorsi hanno fatto guadagnare al film un punteggio di 93 su 100. Le recensioni negative degli spettatori, invece, hanno addirittura superato quelle positive, tanto che il punteggio complessivo è di 56.
Gli Ultimi Jedi è un film brutto?
Molti critici si sono concentrati soprattutto su alcuni aspetti del film: la scenografia spettacolare, a detta di tutti una delle migliori degli ultimi anni, il ritmo piuttosto sostenuto e l’armonia con cui sono stati introdotti i nuovi personaggi. Dal punto di vista narrativo, però, ci sono alcune cose che non hanno funzionato o sono rimaste un po’ appese: il viaggio di Finn e Rose sul pianeta-casinò, la ribellione all’interno della ribellione, o la riluttanza di Luke ad addestrare Rey, lunga diverse scene.
Altri hanno notato che Gli Ultimi Jedi ha fatto a meno di tutti i personaggi di seconda fascia introdotti nel Risveglio della Forza, il settimo film della saga. Maz Kanata, il personaggio interpretato da Lupita Nyong’o, appare per un minuto in un ologramma. Il generale Hux serve soprattutto come spalla comica per la prima scena, e poi come strumento per mostrare che Kylo Ren vuole ancora fare il capo dei cattivi dopo aver ucciso Snoke. Capitan Phasma, una misteriosa comandante del Primo Ordine con un’armatura scintillante, viene uccisa – o almeno così sembra – dopo un duello di qualche secondo con Finn.
Poi c’è la questione delle battute comiche. Alcuni critici le hanno paragonate esplicitamente a quelle nei film dei supereroi Marvel (di proprietà della Disney, così come la casa di produzione che produce i film di Star Wars). Parliamo di gag che sgonfiano repentinamente il tono del film, sospendendo la finzione narrativa tipica della fantascienza: come quando Finn e Rose vengono arrestati per divieto di sosta, o Maz Kanata litiga coi sindacati, o Poe Dameron finge di non sentire affatto il generale Hux dal vivavoce, e così via.
Infine, i critici-più-critici concordano sul fatto che il film sia troppo lungo e che non porti da nessuna parte: alla fine degli Ultimi Jedi i protagonisti si ritrovano più o meno al punto di partenza, senza più nemmeno un vero supercattivo da combattere.
Al di là di tutto, però, è difficile argomentare che Gli Ultimi Jedi sia davvero un brutto film. Nessuna linea narrativa sembra fuori posto, in due ore e mezza non ci si annoia mai e anche le scene meno interessanti sono compensate da una colonna sonora sopra la media o dalla fotografia, o dalla scenografia, e da tutta una serie di cose tecniche che funzionano eccome.
Il problema sono gli impallinati?
«Ricordiamoci cos’è Star Wars, in soldoni: un film per bambini. Se hai più di 18 anni, non sei nel target principale per questi film». L’ha scritto Matt Hill su Digital Spy riassumendo una tesi che sta circolando molto fra i critici a cui è piaciuto e più in generale a chi è piaciuto e basta. In sintesi: ogni film è un prodotto del suo tempo, e va accettato che un film di due ore e mezza possa contenere delle scene che funzionano meno di altre – come del resto era capitato anche ai film della trilogia originale – e le battute meta come nei film dei supereroi, che per inciso incassano spesso centinaia di milioni di dollari.
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Un’altra teoria, compatibile con la precedente, è che il film dovesse rispettare troppe aspettative diverse e che sia riuscito a farlo solo con alcune. Proprio perché un film della saga originale, doveva rivelarsi all’altezza dell’attesa dei fan storici, reggere il confronto con i film precedenti, piacere ai bambini, ai dirigenti della Disney – e nello specifico alla divisione che si occupa del merchandising – e infine ai critici.
Le ultime tre categorie lo hanno apprezzato per ragioni diverse: per un critico cinematografico Gli Ultimi Jedi sta nel campionato dell’ultimo film di Thor, e non in quello di un film iconico come L’Impero colpisce ancora, il secondo della trilogia originale. E rispetto a Thor: Ragnarok, Gli Ultimi Jedi è un film molto più solido, fosse anche solo perché ha un budget molto più alto. Ai bambini non può non piacere un film con astronavi spettacolari, buoni che agitano spade lucenti e cattivi che esplodono. A quelli del merchandising Disney ha invece regalato i Porg, una reinvenzione degli Ewok. I fan storici temono che per accontentare tutti la saga abbia perso alcuni elementi che la rendevano in un certo senso unica, come la gravitas dei primi film e l’alchimia fra i protagonisti originali.
Quasi tutti, critici e non, concordano comunque sul fatto che Gli Ultimi Jedi sia un film diverso da quelli che lo hanno preceduto. Qualcuno ha consigliato a Disney di concludere qui la saga originale; altri non vedono l’ora che escano il decimo, l’undicesimo e il dodicesimo film, che sono stati affidati allo stesso regista e sceneggiatore degli Ultimi Jedi, Rian Johnson.