Gomorra 3, cosa è successo nella nona e decima puntata
Nella nona di tutto, stavolta, a perdita d'occhio: nella decima, una scorciatoia di sceneggiatura [SPOILER]
Gomorra, la serie, è alla sua terza stagione. La nona e la decima puntata della serie tv ispirata dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano sono andate in onda venerdì su Sky Atlantic (le precedenti sono raccontate qui). Se le dovete ancora vedere fermatevi a questo punto, che ci sono diversi SPOILER: se invece volete essere sicuri di non aver perso nulla (oppure essere aggiornati per le conversazioni alla macchinetta del caffè), questo è quello che è successo in queste due puntate. Le prossime andranno in onda venerdì prossimo.
Nona puntata
È una puntata dove infine succedono un sacco di cose. Arriva al pettine il nodo della gelosia di Genny per Enzo nel cuore di Ciro, e lo scontro per impossessarsi di Forcella ha una serie di sviluppi precipitosi.
All’inizio Ciro viene ricevuto dal boss anziano – “’o Stregone” –, quello che sembra un giudice di Cassazione, a proposito delle pretese di Enzo sul traffico di droga a Forcella: Ciro stravince la trattativa con degli argomenti etici e di sostanza, spiegandogli che Enzo si sta riprendendo quello che gli spetta e che è stato tolto alla sua famiglia, e facendogli capire che o glielo danno o se lo prenderà con la forza. ‘O Stregone – è un uomo saggio e riflessivo, che quando deve pensare si alza e va alla finestra – acconsente, e poi spiega ad Arenella – “’o Sciarmante” – la decisione di cedere Forcella, offrendogli compensazione in un altro quartiere. Arenella protesta, ma lo Stregone gli fa capire che una guerra sarebbe peggio.
Breve cambio storia, che sta per entrare dentro quella principale come un treno: Azzurra che sfoglia commossa l’album delle foto con Genny e il piccolo Pietro, il padre che la scopre e la rimprovera di avergli mentito sul dimenticare Genny, e se ne va bellicosamente. Azzurra chiama Genny e gli dice che il padre ha capito e che bisogna farlo fuori. Genny va da Ciro e gli dice che non sa cosa farsene della sua paziente costruzione intorno a Enzo, e che vuole forzare la mano sulla guerra ai confederati e riottenere la sua famiglia.
Ciro intanto riferisce a Enzo la resa dello Stregone su Forcella, e seguono celebrazioni pubbliche nel quartiere, con Enzo acclamato da tutti e persino sua sorella Carmela ormai quasi del tutto rassicurata e orgogliosa del fratello, a cui chiede solo di badare che suo figlio Cosimino sia tenuto fuori da tutto questo e protetto. Il problema è che il ragazzino Cosimino non ne vuol sapere di stare fuori da tutto, e guarda suo zio Enzo con ammirazione e desiderio di emulazione. Tanto da disobbedire alla madre che gli ha chiesto di restare in casa, e preparare una scorribanda con pistole con i suoi amici in motorino: ma mentre sta per andare, Carmela lo chiama dal camerino di un negozio dove sta provando un vestito, e durante la telefonata un uomo apre la tenda del camerino e spara in testa a Carmela, uccidendola. Con Cosimino che ascolta l’omicidio al telefono.
Ci sono scene commoventi dei giovani camorristi hipster con gli occhi rossi di pianto di fronte allo strazio di Enzo sulla morte della sorella. Il più solidale e vicino è Valerio (quello di Posillipo che sembra un assassino del Circeo), inferocito. Tutti pensano che Arenella abbia voluto rimettere Enzo e i suoi al posto loro, e che il mandante sia lui, ma Ciro va a parlare con o’ Stregone e quello gli dice incredulo che non sono stati loro, e che stanno cercando di capire chi è stato.
Noialtri intanto, per esclusione, lo abbiamo capito: da quando Genny aveva detto a Ciro che la pace non gli andava bene. E lo ha capito pure Ciro, che va da Genny e gli dice”si’ stato tu!”. Segue conversazione tostissima in cui Genny dice a Ciro: “‘o temp’è fernuto Cirù. Mo’ m’aggi’a pija’ ‘a famija mi’arèt”. E ancora: “chi è fratet’? Io o Enzo?”:
“Mi devi far capire da che parte stai?”, conclude Genny con Ciro, e quello risponde che “la scelta mia l’ho fatta già”: e gli conferma che starà dalla sua parte, lasciando che Enzo creda che è stato Arenella a uccidere Carmela.
Enzo infatti ci crede parecchio, e malgrado i consigli avversi di tutti decide di andare a vendicarsi insieme a Valerio con un agguato contro Arenella mentre quello sta lasciando una festa di comunione che sembra una bella scena del Padrino di Coppola. L’agguato si rivela goffo e imbranato e quello che rimediano è una sparatoria con pistolettata in un occhio a Enzo: i due scappano con la macchina crivellata e si fanno raccogliere da Ciro che porta Enzo in ospedale da un medico fidato, e poi prende per il bavero Valerio e lo risciacqua ben bene sulla stronzata che hanno fatto.
Riappare Scianèl, che va da Arenella e gli rivela che c’è anche Genny dietro all’ascesa di Enzo e Ciro: e la puntata finisce con il ragazzo Cosimino e un suo amico altrettanto teenager che finalmente si sfogano sparando pistolettate contro i palazzi girando in scooter per le vie di Forcella.
Decima puntata
Qui lo sviluppo è invece assai più pigro: gli autori hanno pensato che invece che costruire complessi intrecci di interessi, alleanze e poteri, per una puntata bastasse far sequestrare il bambino di Genny e Azzurra per costringere Genny a fare qualunque cosa e smontare tutto quello che era successo finora. E così va: il padre di Azzurra le toglie il bambino per conto dei confederati, e quelli quindi vanno a ricattare Genny e gli chiedono di restituire Forcella. Genny obbedisce e ordina a Enzo di obbedire e far obbedire i suoi: gestiranno Forcella ma sotto tutela da parte dei confederati, a cui consegneranno una grossa quota dei ricavi della droga. I giovani camorristi hipster a loro volta obbediscono a Enzo, ma due di loro decidono di costruirsi un loro traffichetto di droga privato e questo diventerà un problema.
Intanto Scianèl ha ottenuto da Arenella di diventare lei la padrona di Secondigliano, con la disgrazia di Genny che ha contribuito a procurare. Non contenti, i confederati chiedono a Genny – tramite Patrizia – di consegnare loro tre milioni, a titolo di risarcimento. In tutto questo Genny deve pure sentire Azzurra che al telefono, disperata, lo ritiene responsabile di quello che potrà succedere al bambino tuttora sequestrato.
Patrizia consegna i tre milioni, ma i confederati hanno scoperto il traffichetto dei due scalzacani della banda di Enzo, e chiedono una severa punizione, per violazione dei patti: altrimenti non restituiranno il bambino. Genny chiede a Enzo di obbedire e punire i suoi, Enzo non accetta per lealtà con i suoi, e alla fine si inventano una messinscena in cui dopo aver pestato ben bene i due (davvero) li ammazzano a pistolettate di fronte ai confederati, ma non li hanno ammazzati davvero.
A questo punto gli sguardi poco convinti dall’inizio della puntata del boss o’ Stregone si concretizzano in un suo rifiuto di proseguire con questo ricatto del bambino: si mette di traverso con Arenella, e lo fa riconsegnare ad Azzurra (“m’aggio scordato che o’ Stregone la parola sua l’ha sempre rispettata, e così ha da turna’ a esse’, mo’ e pe’ ssempre!”).
Il corpulento bambino Pietro viene riconsegnato ad Azzurra – lui pare piuttosto indifferente, a dirla tutta – e si capisce che lei fa piani di fuga. La puntata si chiude con la centesima conversazione inutile tra Scianèl e Patrizia – e un breve istante di allusione lesbica – che serve a farci capire che non abbiamo capito con chi stia davvero Patrizia, se Scianèl o Genny.