Il Parlamento britannico potrà votare sull’accordo finale di Brexit
Lo stabilisce un emendamento approvato contro il parere del governo di Theresa May, grazie anche ad alcuni voti del suo partito
Nella serata di mercoledì, il Parlamento del Regno Unito ha approvato un emendamento che gli garantisce il diritto di votare sull’accordo che il governo britannico raggiungerà con l’Unione Europea al termine dei negoziati per Brexit. L’approvazione dell’emendamento è la prima sconfitta parlamentare su Brexit per il governo conservatore di Theresa May, che confidava di poter procedere diversamente a un accordo con le autorità europee, e potrebbe mettere a rischio l’approvazione dello stesso accordo sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
L’emendamento è stato approvato con 309 voti a favore e 305 contrari ed è passato anche grazie ad alcuni parlamentari conservatori, che di fatto hanno votato contro le indicazioni del governo e della leader del loro partito. Nelle ore successive al voto la prima ministra May ha rimosso Stephen Hammond dalla sua carica di vicepresidente del Partito Conservatore, in seguito al suo voto a favore dell’emendamento.
Jeremy Corbyn, il leader laburista dell’opposizione, ha definito l’esito del voto di ieri “un’umiliante perdita di autorità” da parte della prima ministra. Tra i parlamentari “ribelli” c’erano sia sostenitori della cosiddetta “soft Brexit”, cioè un’uscita che – se proprio deve avvenire – mantenga però i rapporti con l’Unione Europea il più stretti possibile, sia altri motivati più dal desiderio di far inciampare May perché suoi oppositori interni; alcuni voti per l’emendamento sono arrivati poi dall’ala pro Brexit del Partito Laburista, anche allo scopo di creare problemi al governo conservatore.
Il governo britannico nei prossimi mesi potrebbe comunque decidere di rivedere i suoi piani, in modo da rendere inapplicabile l’emendamento votato ieri. In più occasioni Theresa May aveva promesso di volere coinvolgere il Parlamento in una decisione così importante, ma mirava a un voto che fosse sostanzialmente simbolico e che non potesse mettere in discussione l’accordo con l’Unione Europea e quindi la volontà popolare espressa col referendum, non vincolante, che ha dato inizio al processo di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. May aveva annunciato che il Parlamento si sarebbe potuto esprimere sull’accordo per Brexit, ma in termini meno vincolanti rispetto a quelli approvati ieri e che il Parlamento si è garantito da solo.
Oggi a Bruxelles riprendono intanto i negoziati tra Regno Unito e Unione Europea per definire altri dettagli legati a Brexit. Agli incontri partecipa Theresa May.