Un uomo, due occhiaie
Steve Buscemi oggi compie 60 anni, con una faccia che così solo lui
Era difficile che, con quella faccia lì, Steve Buscemi non finisse a fare certi ruoli. Infatti è soprattutto un caratterista, un non protagonista, ma uno dei migliori. Spesso gli capita il ruolo di quello strambo, paranoico, pazzo, perché ha una voce roca, è magro, non ha un sorriso rassicurante e, soprattutto, ha quei famosi occhi: grandi, spalancati e con sotto le costanti occhiaie. Buscemi, che oggi compie sessant’anni, è riuscito a farne tante di cose: ha recitato in due delle migliori serie tv degli ultimi vent’anni, in sei film dei fratelli Coen e in un paio di altri film notevoli. E appunto, a pensare ai suoi più noti personaggi cinematografici, non ce n’è uno normale: Mr. Pink in Le Iene, il serial killer di Con Air, Carl Showalter in Fargo, Donny nel Grande Lebowski, Rockhound in Armageddon.
Un’altra cosa da sapere su Buscemi è che è morto tantissime volte, nei suoi film. Qualche anno fa disse: «Quando mi arriva una sceneggiatura vado subito verso la fine, per vedere se il mio personaggio finisce per essere picchiato o ucciso». Dei Soprano, una delle due grandi serie in cui ha recitato, ha detto: «È stato un punto di svolta. Anche se hanno deciso di farmi morire dopo una sola stagione». Ha anche aggiunto che si era ripromesso di non accettare personaggi destinati a morire, ma non è riuscito a evitarlo. Di recente però ha aggiunto: «Ultimamente mi fanno sopravvivere un po’ di più». Tra le tante volte in cui è morto – molte le trovate nel video qui sotto – la sua preferita è quella un po’ a caso in Il grande Lebowski: «Devono aver pensato: beh, c’è Steve, tocca farlo morire in qualche modo».
Prima di morire tante volte, Buscemi è nato – col nome Steven Vincent – il 13 dicembre 1957 a Brooklyn, New York. Figlio di un medico reduce della guerra in Corea – originario di Menfi, in provincia di Agrigento – e di una donna statunitense che lavorava per la catena di alberghi Howard Johnson’s. Alle superiori praticava la lotta. Il suo primo film da regista – Mosche da bar, del 1996 – è in gran parte ambientato a Valley Stream, il quartiere a circa trenta chilometri da Manhattan in cui è cresciuto.
Dopo aver fatto il barista, l’autista di camion dei gelati e l’aspirante comico a Manhattan, per la precisione a Little Italy, finì per fare il pompiere dal 1980 al 1984: e infatti dopo l’11 settembre 2001 tornò a lavorare con la sua squadra per diversi giorni, 12 ore al giorno, e pare che abbia comunque continuato negli anni a fare il pompiere come volontario, senza mai volere telecamere intorno.
Il primo film importante di Buscemi fu, nel 1986, Parting Glances: interpretò un cantante malato di AIDS e fu uno dei primi film a parlare della malattia (per la quale Bill Sherwood, il regista sarebbe morto quattro anni dopo). Iniziò così una carriera segnata soprattutto da film con i Coen. Sei: Crocevia della morte, Barton Fink – È successo a Hollywood, Mister Hula Hoop, Fargo, Il grande Lebowski e Paris, je t’aime.
Buscemi ha anche recitato in tanti film con New York, o sue parti, nel titolo: New York Stories, Schiavi di New York, I maledetti di Broadway, King of New York e Si gira a Manhattan. E in due film di Tarantino: il primo, Le Iene, lo sanno tutti; il secondo è Pulp Fiction. Fa un cameo interpretando un cameriere, dopo che Mr. Pink in Le Iene diceva di essere contro le mance.
Oltre al suo aspetto, Buscemi è noto anche per la sua parlantina veloce. Nel 1995 gli fecero invece interpretare un killer che parla pochissimo, in Cosa fare a Denver quando sei morto.
Nonostante sia famoso per aver partecipato a molti film indipendenti, i suoi migliori personaggi sopra-le-righe Buscemi li ha interpretati in film molto pop: Con Air e Armageddon.
Uno dei suoi migliori ruoli in assoluto Buscemi l’ha fatto in tv, e per una volta da protagonista. Buscemi è stato per ben cinque stagioni Enoch “Nucky” Thompson in Boardwalk Empire, uno dei quei personaggi sfaccettati, cattivo e buono insieme. Per Boardwalk Empire nel 2010 ha vinto un Golden Globe come Miglior attore. Per ora invece niente Oscar, nemmeno una nomination.
Buscemi è uno che si prende spesso in giro. Intervistato da Hollywood Reporter disse che aveva pensato di farsi sistemare i denti, a un certo punto, ma di aver cambiato idea temendo che poi nessuno lo avrebbe più chiamato per fare un film. Questa è invece una scena della serie tv 30 Rock in cui il personaggio di Buscemi si finge un improbabile adolescente.
L’immagine al secondo 33 divenne un popolare meme, da usare per situazioni in cui qualcuno cerca, con pessimi risultati, di far parte di un gruppo con cui evidentemente non condivide nulla. Un’altra cosa che fa ridere gran parte di internet sono le battute sugli occhi di Buscemi, e i fotomontaggi in cui si prende la faccia di qualcuno e gli si mettono sopra gli occhi di Buscemi. Nel 2014 Buscemi raccontò a Seth Meyers che mentre era a casa gli capitò di vedere sua moglie, la regista Jo Andres, che rideva guardando foto di principesse Disney con gli occhi di Steve Buscemi. Esiste anche un gruppo musicale che si chiama Steve Buscemi’s Dreamy Eyes, “gli occhi sognanti si Steve Buscemi”.
Altre cose utili sulla passione di internet per Buscemi: