Il caso delle tre persone uccise con il tallio vicino a Milano
Mattia Del Zotto, 27 anni, ha confessato di avere avvelenato otto persone: non ha ancora spiegato bene perché
Il 7 dicembre Mattia Del Zotto è stato arrestato a Nova Milanese (Monza e Brianza) con l’accusa di aver ucciso con il tallio, un metallo tossico, tre suoi familiari, e di aver provato a uccidere con le stesse modalità altre cinque persone. Del Zotto ha confessato di averlo fatto, ma non ha spiegato perché: ha solo detto che il suo obiettivo era “punire gli impuri”. I familiari – due nonni paterni e una zia, tutti sopra i 60 anni – erano morti a ottobre. Del Zotto, che ha 27 anni, si trova ora in isolamento nel carcere di Monza e negli ultimi giorni i principali giornali italiani hanno pubblicato alcuni estratti dell’interrogatorio di garanzia condotto dal Gip, il giudice per le indagini preliminari.
Fino a circa trent’anni fa il tallio era usato per i topicidi; ora non più ma continua a essere usato nell’industria tecnologica come conduttore elettrico per le fotocellule. Del Zotto è descritto come “appassionato di informatica” e i carabinieri hanno spiegato che prima del tallio provò per due volte a procurarsi dell’arsenico. Rinunciò perché secondo ANSA «in un caso ha ricevuto la richiesta di tracciabilità della transazione e in un altro una dichiarazione di utilizzo».
I carabinieri hanno invece spiegato che a settembre è riuscito ad acquistare 60 grammi di tallio, in 6 boccette, da un’azienda chimica di Padova, pagando 300 euro in tutto. I contatti per l’acquisto erano iniziati un paio di mesi prima. I carabinieri hanno trovato le ricevute d’acquisto, alcune mail e alcune conversazioni sul suo telefono in cui Del Zotto faceva riferimento all’acquisto.
Inizialmente, dopo le tre morti, i giornali avevano scritto che potevano essere dovute a un vecchio topicida, a non meglio specificate contaminazioni alimentari o addirittura alla presenza di tallio nel guano dei piccioni trovato nella casa dei morti. In realtà, Del Zotto aveva contaminato una miscela di erbe per infusi usata dai familiari.
I tre morti sono Giovanni Battista Del Zotto, di 94 anni, sua moglie Maria Gioa Pittana, di 88 anni, e Patrizia Del Zotto, 62enne e sorella del padre di Mattia Del Zotto. Le persone avvelenate che però non sono morte sono la sorella e il vedovo di Patrizia Del Zotto, una badante e i due nonni materni di Mattia Del Zotto.
Nelle circa due ore di interrogatorio con il Gip, Del Zotto ha detto di non voler collaborare con le indagini. I giornali gli attribuiscono la frase «non saprete mai perché l’ho fatto». Il suo avvocato Silvia Letterio ha detto che lo avrebbe fatto in base a «una sua interpretazione dell’ebraismo e a una particolare visione che ha del mondo, della realtà e delle cose che ci circondano». La madre di Del Zotto ha aggiunto: «Mio figlio ci ha detto di non essere più cattolico, e che sta seguendo una religione che non ci ha dettagliato. La mia deduzione è che si tratti di una specie di setta». Nel frattempo Letterio ha chiesto una perizia psichiatrica sul suo assistito.