La guerra fotografata da James Nachtwey
È tra i più importanti fotografi ad aver raccontato i conflitti degli ultimi 35 anni: i suoi reportage saranno in mostra a Milano fino al 4 marzo
Fino al 4 marzo 2018 a Palazzo Reale, a Milano, sarà in corso la mostra Memoria, sulla carriera di James Nachtwey, uno dei più importanti fotografi di guerra contemporanei. Raccoglie duecento immagini divise in 17 sezioni sui suoi ultimi 35 anni di lavoro: fotografie che ha scattato a Gaza, El Salvador, Indonesia, Giappone, Romania, Somalia, Sudan, Iraq, Afghanistan, Filippine, sul genocidio in Ruanda e il giorno dell’attentato dell’11 settembre negli Stati Uniti, fino alla crisi dei migranti in Europa.
Nachtwey, che compirà 70 anni il prossimo marzo, è uno dei fotografi di guerra contemporanei più importanti e conosciuti: è cresciuto in Massachusetts e si è laureato in scienze politiche e storia dell’arte al Dartmouth College di Hanover, in New Hampshire, nel 1970. Dice che la sua scelta di diventare fotografo fu influenzata dalle immagini della guerra in Vietnam e da quelle del Movimento per i diritti civili degli afroamericani. Dopo aver lavorato per qualche anno come fotografo per alcune riviste in New Mexico, nel 1980 si trasferì a New York, dove iniziò da freelance. Il suo primo incarico all’estero fu sui conflitti civili in Irlanda del Nord nel 1981, quando era in corso il secondo sciopero della fame nel carcere di Mase, dove erano detenute le persone ritenute vicine all’I.R.A. Una delle immagini più famose di Nachtwey racconta il genocidio in Ruanda e vinse il World Press Photo nel 1995 (la potete vedere qui): mostra un uomo di etnia Hutu con il viso pieno di cicatrici fatte con un machete, perché si sospettava fosse un simpatizzante della minoranza Tutsi.
Dal 1984 James Nachtwey ha lavorato con la rivista Time ed è stato membro dell’agenzia Magnum tra il 1986 e il 2001; in quell’anno è stato tra i fondatori dell’agenzia fotografica VII. Durante la sua carriera ha ricevuto moltissimi e importanti premi, tra cui due World Press Photo of the Year, cinque Robert Capa Gold Medals, l’ICP Infinity Award e lo W. Eugene Smith Grant. Nel 2001 il documentario War Photographer di Christian Frei, che raccontava la sua vita e il suo lavoro, è stato candidato agli Oscar.