In Pakistan ci sono violente proteste contro un ministro accusato di blasfemia
Il movimento estremista Tehreek-i-Labaik Ya Rasool Allah si sta scontrando con polizia ed esercito, ed è nato tutto da un errore in un giuramento
Intorno a Islamabad, la capitale del Pakistan, è in corso da alcuni giorni una protesta di estremisti religiosi che ha portato a violenti scontri con la polizia e ha spinto il governo a chiedere all’esercito di intervenire, ieri sera. Da alcune settimane circa duemila estremisti del movimento islamista Tehreek-i-Labaik Ya Rasool Allah hanno bloccato il raccordo autostradale Faizabad, che conduce a Islamabad, per chiedere il licenziamento di un ministro che accusano di blasfemia. Ieri si sono scontrati con 8.500 agenti di polizia e di un corpo paramilitare che volevano sgomberare l’autostrada: almeno 174 persone sono state ferite.
La polizia ha usato proiettili di gomma, cannoni ad acqua e gas lacrimogeni contro gli estremisti religiosi, che hanno risposto lanciando pietre e usando bastoni e spranghe contro i poliziotti: alla fine la polizia non è riuscita a liberare l’autostrada, e per questo le autorità di Islamabad hanno chiesto l’intervento dell’esercito.
L’agenzia di stampa Reuters dice che secondo i manifestanti 4 persone sono morte, ma la polizia ha negato. Secondo Al Jazeera, almeno 111 delle persone ferite sono membri della polizia. Durante gli scontri, l’agenzia delle Telecomunicazioni pakistana ha fatto sì che nessun canale televisivo potesse trasmettere immagini degli scontri, sostenendo che le immagini avrebbero compromesso l’esito dell’operazione di polizia. Poco dopo l’accesso a Twitter e Facebook è stato bloccato in tutto il paese.
Il blocco delle autostrade da parte dei manifestanti è una pratica di protesta comune sia in India che in Pakistan. In questo caso i sostenitori del movimento Tehreek-i-Labaik Ya Rasool Allah vorrebbero che Zahid Hamid, ministro della Giustizia dallo scorso agosto, venisse licenziato. Lo accusano di essere colpevole di blasfemia, perché in una nuova versione del giuramento che i ministri fanno quando ricevono il proprio incarico ha omesso un riferimento al profeta Maometto. Hamid si è scusato dicendo di aver commesso un errore, ma le scuse non sono state accettate.
Il blocco autostradale a Islamabad è cominciato il 6 novembre. Proteste simili, anche se meno violente, sono cominciate in altre città pakistane negli ultimi giorni: tra le altre a Karachi, la città più popolosa del paese, a Lahore e a Peshawar. I giornali pakistani hanno detto che alcuni dei sostenitori di Tehreek-i-Labaik Ya Rasool Allah hanno fatto irruzione nella casa di Hamid nella regione del Punjab; né il ministro né i suoi familiari si trovavano nell’edificio.
Il movimento Tehreek-i-Labaik Ya Rasool Allah esiste dal 2015 e si oppone a ogni forma di blasfemia e di ammorbidimento delle leggi che la regolano; vorrebbe inoltre che in Pakistan entrasse in vigore la sharia, la legge islamica. Il movimento è nato da una protesta contro l’esecuzione di Mumtaz Qadri, una guardia del corpo che nel 2011 uccise la persona che doveva proteggere, il governatore del Punjab Salmaan Taseer, perché il politico si era espresso contro la legge sulla blasfemia. Il mese scorso il movimento Tehreek-i-Labaik Ya Rasool Allah ha ottenuto il 7,6 per cento dei consensi in una elezione straordinaria a Peshawar.