Su Amazon Prime Video ci sono anche belle serie tv
Soprattutto "American Gods" e "Fleabag", ma anche altre serie che hanno vinto premi importanti e di cui si è parlato molto bene
Amazon Prime Video è un servizio attivo in Italia da quasi un anno ed è uno dei modi più interessanti – e meno cari – per vedere legalmente serie tv e film in streaming. È un’estensione di Amazon Prime, il programma di Amazon per ricevere consegne in un giorno, che costa 19,99 euro l’anno. Iscrivendosi ad Amazon Prime (c’è un mese di prova gratuito) ci si iscrive automaticamente e senza costi aggiuntivi anche ad Amazon Prime Video. Insomma: magari non lo sapete, ma se siete iscritti a Prime avete anche Prime Video, e sul quale ci sono cose a sufficienza per dimenticarvi della vostra vita sociale per molti weekend.
Abbiamo già parlato dei film più interessanti del catalogo, ma ci sono anche molte serie tv, se avete finito quelle degli altri e cercate qualcosa di nuovo.
American Gods
È senza dubbio la serie di punta di Amazon Prime Video, la più ambiziosa e la più apprezzata. È tratta dall’omonimo romanzo di Neil Gaiman, uscito nel 2001 e tradotto in italiano del 2003. L’hanno ideata Bryan Fuller, quello di Hannibal, e Michael Green, il co-sceneggiatore del nuovo Blade Runner. Su 1843, la rivista culturale dell’Economist, Tim Martin ha scritto che è «splendida e completamente folle»; su Slate, Laura Miller ha scritto che «è difficile immaginare un miglior adattamento per la tv». Sappiate però che non è una serie facile, da guardare facendo altro, e che non parte nemmeno in modo particolarmente veloce. Nelle prime puntate ci sono tantissime domande e poche risposte. Parla di un carcerato che viene liberato e che incontra un uomo misterioso che gli offre un lavoro. L’uomo misterioso – che dice di chiamarsi Mr. Wednesday – è interpretato da Ian McShane. Si capisce però subito che è una storia molto più grande di quella che sembrerebbe essere dalle sue premesse. È già stata rinnovata per una seconda stagione, se la cosa vi tranquillizza.
Mozart in the jungle
Racconta la storia di un giovane direttore d’orchestra interpretato da Gael García Bernal, e c’è anche Malcom McDowell (cioè Alex di Arancia Meccanica). La serie è ispirata al libro Mozart in the Jungle: Sex, Drugs, and Classical Music, pubblicato nel 2015 dall’oboista Blair Tindall. Su Amazon Prime Video italiano ci sono solo le prime due stagioni; la terza, ambientata a Venezia, non è ancora disponibile. A dicembre negli Stati Uniti uscirà la quarta. In Italia la serie non ce la siamo filata granché, ma il suo voto medio su IMDb è 8,2 e nel 2016 ha vinto il Golden Globe come Miglior serie comedy, battendo Orange Is the New Black, Silicon Valley, Transparent e Veep – Vicepresidente incompetente.
Fleabag
«È una serie tv diversa da ogni altra cosa che potreste trovare in tv», ha scritto Vulture. Perché parla di una donna britannica depressa, apatica, cinica ed egoista, che fa tante cose che qualcuno non si aspetterebbe in una serie tv, per esempio masturbarsi guardando discorsi di Obama. La serie alterna scene particolarmente divertenti ad altre decisamente tragiche e la protagonista, interpretata da Phoebe Waller-Bridge, ha molti rapporti disfunzionali che, tra le altre cose, cerca di risolvere con del sesso occasionale. È l’adattamento di un apprezzatissimo monologo teatrale ed è quasi in ogni classifica delle “serie tv più belle dell’anno” che sono uscite in questi giorni. È fatta da sei episodi, la si vede in tre ore e nel 2019 arriverà una seconda stagione.
Man in the High Castle
Amazon l’ha prodotta insieme a Ridley Scott ed è tratta dall’omonimo romanzo scritto da Philip K. Dick nel 1962 e pubblicato in italiano dal 1965. In Italia il libro si trova con due diversi titoli, a seconda delle edizioni: La svastica sul sole e L’uomo nell’alto castello. Su Amazon Prime Video ci sono due stagioni e nel 2018 arriverà la terza. The Man in The High Castle immagina un mondo in cui la Seconda guerra mondiale è stata vinta dai nazisti e dai giapponesi che, tra le altre cose, si sono contesi il controllo degli Stati Uniti: il Giappone a ovest e i nazisti a est.
Mr. Robot
Ha per protagonista Elliot, un ingegnere informatico, antisociale e dipendente dalla morfina. Viene contattato da un gruppo di anarchici che lo convince a hackerare la multinazionale per cui lavora e distruggerla dall’interno. La serie tv ha un messaggio sorprendentemente critico verso il consumismo, i social media e le multinazionali, ma è anche estremamente ambigua e suggerisce in continuazione che tutto stia accadendo nella testa del protagonista. Su Amazon Prime Video si può vedere solo la prima stagione. Nel 2016 vinse il Golden Globe per la Miglior serie drammatica.
The Tick
È su Amazon da agosto e non se n’è parlato molto, quindi è possibile che non ne sappiate proprio nulla. La prima metà della serie è fatta da sei episodi di circa 25 minuti ciascuno e la seconda metà arriverà nel 2018. È ambientata in una realtà in cui i supereroi sono una cosa comune e accettata. Il protagonista è un contabile strambo e senza alcun superpotere, che diventa amico di un altrettanto strambo supereroe in tuta blu. È una serie comica, e fa abbastanza ridere.
Patriot
È online da febbraio 2017 e a marzo è stata rinnovata per una seconda stagione. Parla di un funzionario dell’intelligence statunitense che, per evitare che l’Iran riesca a costruire la bomba atomica deve fingersi, senza nessun tipo di copertura e preparazione, un dipendente di un’azienda di tubazioni industriali. Un utente di Reddit ha scritto che è come se Fargo e Homeland avessero avuto un figlio, con la regia di Wes Anderson.
Community
È meno nuova delle precedenti, perché è andata in onda su NBC dal 2009 al 2015. Su Amazon ci sono tutte e sei le stagioni, per un totale di oltre 110 episodi (per vederli tutti ci si mette circa un giorno e mezzo). È una serie comedy molto di culto – ha uno zoccolo duro di appassionati molto appassionati – ambientata in un college statale del Colorado. Ci recitano tra gli altri, Alison Brie e Donald Glover. Parla sia di professori che di studenti e il voto medio su IMDb è 8,5.
I love Dick e Crisis in six scene
Erano entrambe molto attese: la prima perché tratta da un libro che ha ottenuto una grande popolarità, il cui titolo ha due significati (uno dei due è “io amo il cazzo”) e la cui protagonista è considerata una sorta di modello per i nuovi e apprezzati personaggi femminili del cinema e della letteratura. La seconda perché è la prima serie tv (negli ultimi cinquant’anni) di Woody Allen: è ambientata negli anni Sessanta, in una famiglia tradizionale della classe media americana; Allen interpreta un personaggio molto alla Allen, e tra gli altri c’è anche Miley Cyrus. Di entrambe le serie si è parlato poco e male. Il voto medio su IMDb di I love Dick è 5,8; quello di Crisis in Six Scenes è 6,7. Ma magari tutti gli altri non ci capiscono niente e a voi piaceranno tantissimo.