Uber ha perso il ricorso in una causa di lavoro nel Regno Unito
Il Tribunale di appello del lavoro di Londra ha stabilito che Uber, il servizio di noleggio di auto con autista diffuso in molte grandi città del mondo, deve riconoscere a due dei suoi autisti parte dei diritti di un lavoratore dipendente: un salario minimo, ferie e riposi retribuiti.
La società ha sempre sostenuto che i suoi guidatori sono dei lavoratori autonomi. Lo scorso anno due autisti del Regno Unito, appoggiati dai sindacati del settore, avevano invece fatto causa a Uber contestando di essere dei lavoratori autonomi puri e avevano vinto. Uber aveva presentato ricorso, ma ora in appello è stata confermata la sentenza di primo grado. I due autisti rientrano cioè in una fattispecie giuridica che è a metà tra quella di un lavoratore autonomo e quella di un lavoratore dipendente e che gode comunque di parte dei diritti del lavoro dipendente. La sentenza di appello si basa sul fatto che è la società a fissare tempi e luoghi del lavoro e che i conducenti sono tenuti a coprire l’80 per cento dei servizi che vengono loro richiesti. La decisione del Tribunale di appello del lavoro di Londra potrebbe avere delle conseguenze nel Regno Unito: molti altri conducenti potrebbero cioè decidere di fare causa alla società.