La Casa internazionale delle donne di Roma rischia lo sfratto
La Casa internazionale delle donne di Roma, a Trastevere, rischia lo sfratto: il consorzio che la gestisce ha ricevuto infatti dal comune un’ingiunzione di pagamento per circa 800 mila euro di mensilità di affitto non pagate che scadrà fra trenta giorni e che se non verrà soddisfatta farà scattare, secondo quanto ha spiegato l’assessora al Patrimonio e alle Politiche Abitative di Roma Capitale, Rosalba Castiglione, «sia la procedura coattiva, in sede civile per il recupero del credito, sia la procedura di riacquisizione del bene in regime di autotutela». La Casa internazionale delle donne di Roma ha sede in un palazzo di proprietà del Comune. Da quando lo occupò circa 30 anni fa ha spesso trovato accordi con la città per poter rimanere nel palazzo, in cambio di ristrutturazioni e del servizio che offre.
La Casa internazionale ha tenuto oggi, venerdì 10 novembre, una conferenza stampa in cui ha spiegato la propria posizione, i servizi che ha fornito alla città e gli accordi con le giunte precedenti. Nel loro comunicato stampa si dice poi:
Da oltre trent’anni questo luogo, unico in Europa, rappresenta un punto di riferimento delle donne italiane e straniere e del femminismo internazionale. La Casa è da tutti apprezzata e riconosciuta per la sua capacità di autogestione e per avere mantenuto in ottimo stato un bene pubblico frequentato annualmente da oltre 30.000 persone, di essere luogo di offerta di servizi sociali e culturali, di
svolgere azioni di accrescimento delle capacità delle donne. Tutto questo è il frutto del lavoro volontario e dell’impegno quotidiano e gratuito di centinaia di donne e di decine di associazioni.Per decenni questo luogo è stato salvato, conservato, restaurato, reso vivo e frequentato, sottratto al degrado cui sono andati incontro tanti beni pubblici della nostra città. Anche la Casa corre ora oggi il pericolo di chiusura cui sono andate incontro tante associazioni e realtà sociali di Roma.
Il debito che ci viene attribuito dall’Amministrazione non tiene conto del valore dei servizi che vengono offerti. In tal senso la Casa Internazionale delle Donne, fin dal 2013, ha iniziato un’interlocuzione con il Comune di Roma il quale, dopo avere verificato la qualità dei servizi, proponeva una valutazione del loro valore economico dell’ordine di € 700.000 annui.
Con questa Giunta la Casa aveva avviato un confronto per risolvere il problema del debito e la definizione di un affitto realmente sostenibile, salvaguardando e rilanciando il valore della Casa e il suo futuro al servizio della cittadinanza. Per questo la lettera di richiesta di rimborso immediata, in mancanza del quale “si procederà all’attivazione, senza ulteriore comunicazione, sia della procedura
coattiva; in sede civile, per il recupero del credito, sia della procedura di requisizione del bene in regime di autotutela” è giunta del tutto inattesa.La Casa Internazionale delle Donne ha risposto alla comunicazione del Comune chiedendo con urgenza alla Sindaca e alle Assessore competenti di riaprire l’interlocuzione e di sospendere il termine perentorio di pagamento.
Su Twitter è stato lanciato l’hashtag #lacasasiamotutte e, a sostegno della casa, è possibile anche firmare una petizione online.