Le foto della fuga dei rohingya
Persone bloccate nel fango aiutate dai fotografi, altre che attraversano campi e fiumi: in Bangladesh continuano ad arrivare centinaia di persone che scappano dalla violenza
Dall’inizio delle violenze etniche contro i rohingya, la minoranza musulmana che vive in Myanmar, sono scappate in Bangladesh più di 600mila persone. Nonostante l’attenzione dei giornali internazionali si concentri prevalentemente su altre notizie, migliaia di rohingya stanno continuando a scappare dal Myanmar in condizioni sempre più precarie. Tra i tanti fotografi che da settimane documentano la loro situazione c’è anche Hannah McKay, una fotogiornalista di Reuters al suo primo incarico all’estero, che solamente qualche giorno fa ha fotografato migliaia di loro bloccati in un terreno fangoso al confine col Bangladesh.
Sul blog di fotografia di Reuters, McKay ha raccontato: «sulla riva del fiume era seduta una folla. Dietro di loro, tre metri più in basso, dentro al fiume stesso, continuavano ad arrivare centinaia di persone, non stop. Non se ne vedeva la fine. C’era gente con bambini in braccio, anziani trasportati attraverso l’acqua e il fango, che arrivavano sopra alle ginocchia. Noi stavamo fotografando solo quelli che venivano verso di noi».
Nella calca, McKay si è trovata a dover aiutare una donna «esausta», «alla quale non rimaneva alcuna energia per rialzarsi». Poi le è successa la cosa opposta: tornata nei pressi del fiume, le due macchine fotografiche che aveva appese al collo la appesantivano, e non c’era nulla a cui attaccarsi: «in quel momento due uomini rohingya mi hanno teso la mano e tirato a riva. Continuavo a dirgli grazie, ma loro non capivano».
Le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali hanno descritto la fuga dei rohingya come il più rapido spostamento di un gruppo etnico dai tempi del genocidio del Ruanda del 1994.