Amazon Prime Video è pieno di grandi film
Perché lo sapete, vero, che se avete Amazon Prime allora avete anche Amazon Prime Video?
Amazon Prime Video è un servizio attivo in Italia da quasi un anno ed è uno dei modi più interessanti – e meno cari – per vedere legalmente serie tv e film in streaming. È un’estensione di Amazon Prime, il programma di Amazon per ricevere consegne in un giorno che costa 19,99 euro l’anno. Iscrivendosi ad Amazon Prime (c’è un mese di prova gratuito) ci si iscrive automaticamente e senza costi aggiuntivi anche ad Amazon Prime Video. Insomma, se siete iscritti a Prime ce l’avete, e magari nemmeno lo sapete.
Abbiamo raccolto i più interessanti film che sono al momento sul catalogo di Amazon Prime Video. Alcuni sono anche su altri servizi di streaming, altri sono solo lì. In generale non ci sono molti film recentissimi, ma ce ne sono molti di davvero famosi e apprezzati, anche se magari di qualche anno fa.
Monty Python – Il senso della vita (1983)
È l’ultimo film del gruppo comico britannico formato da Terry Jones, John Cleese, Eric Idle, Terry Gilliam e Michael Palin. Vinse il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes e inizia con dei pesci che, alla triste scomparsa di un loro compagno d’acquario, si chiedono quale sia il senso della vita. Seguono varie scene sulle varie fasi della vita e un momento alla metà del film per dire che si è alla metà del film. Quella dei Monty Python è una comicità particolare, magari non vi piace; ma se vi piace, vi piace tantissimo. Se volete saperlo ora, il senso della vita è questo: «Siate gentili con il prossimo, non mangiate i grassi, leggete un buon libro, fate passeggiate e cercate di vivere in pace e armonia con gente di ogni fede o nazione».
Ritorno al futuro (1985)
C’è anche il secondo, uscito nel 1989, ma non c’è il terzo. Il primo racconta la storia di Marty McFly (Michael J. Fox), uno studente di liceo di Hill Valley che ha come migliore amico Emmett “Doc” Brown (Christopher Lloyd), un inventore che è riuscito a costruire una macchina del tempo modificando una DeLorean, che tra le altre cose funziona grazie a del plutonio sottratto a un gruppo di terroristi libici. Il primo film parla di un viaggio indietro nel 1955. Il secondo parla di un viaggio in un futuro in cui «non c’è bisogno di strade», e di un altro nel 1955. Ma è più complicata di così.
Colazione da Tiffany (1961)
È tratto dal romanzo omonimo scritto da Truman Capote e la protagonista è Audrey Hepburn. La scena iniziale, con Hepburn che – all’alba, a New York – mangia una brioche di fronte alla vetrina di Tiffany, è famosissima. Ma fu anche piuttosto difficile da girare: Hepburn fu costretta a mangiare una brioche che detestava, e a impacciare ulteriormente la sua interpretazione c’era la folla di curiosi, invisibili nel film, che la mettevano in imbarazzo.
Il gladiatore (2000)
Quello con «Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa». Che vuole legittimamente la sua vendetta, «in questa vita o nell’altra».
Non è un paese per vecchi (2007)
È tratto da un romanzo di Cormac McCarthy, scritto e diretto dai fratelli Coen. Ha vinto l’Oscar per il Miglior film e Javier Bardem ha vinto l’Oscar come Miglior attore non protagonista per aver interpretato Anton Chigurh, uno dei migliori cattivi della storia del cinema.
Bastardi senza gloria (2009)
Quentin Tarantino l’ha diretto dopo Grindhouse – A prova di morte e prima di Django Unchained. È ambientato durante la Seconda guerra mondiale, è un modo per ricordarsi che le pellicole potevano prendere fuoco molto facilmente e che non tutti, in giro per il mondo, contano con le dita allo stesso modo. Sempre di Tarantino, su Amazon Prime Video c’è anche Jackie Brown.
Indiana Jones e i predatori dell’Arca Perduta (1981)
Su Amazon Prime Video ci sono anche tutti gli altri: Indiana Jones e il tempio maledetto, Indiana Jones e l’ultima crociata, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. Questo è quello con i nazisti e i serpenti.
Grease, Footlose, Flashdance e Dirty Dancing
Grease uscì nel 1978, con John Travolta e Olivia Newton-John. Gli altri tre sono della metà degli anni Ottanta. In tutti e quattro c’è qualcuno che balla e tutti e quattro ci sono a loro modo rimasti appiccicati addosso, fosse anche solo per una battuta o una canzone che non riusciamo a non fischiettare.
Il padrino (con Parte II e Parte III)
Lo sapete che la scena più costosa del primo film fu quella dell’agguato a Santino Corleone? Servirono 100mila dollari, quattro macchine da presa e più di 300 petardi esplosi. Lo sapete che ha molto in comune con una famosa scena di Bonnie and Clyde? E che la testa del cavallo era una vera testa di un vero cavallo? E quale frase del terzo film saltò fuori mentre Barack Obama parlava di Medio Oriente?
The Blues Brothers (1980)
Ebbe diversi problemi di produzione e quando uscì molti proprietari di sale cinematografiche lo giudicarono un film “da neri”: sostennero che i bianchi non sarebbero andati a vederlo e che le leggende del soul protagoniste del film erano fuori moda. Uscì solo in 600 cinema – molti meno di quelli in cui, in quegli anni, usciva un film con un budget come quello – e tagliato di venti minuti rispetto alla lunghezza iniziale di due ore e mezza. Fece i secondi migliori incassi del weekend (dopo L’impero colpisce ancora, secondo film della serie di Guerre Stellari), divenne il decimo film dell’anno per incassi e, soprattutto, è diventato un pezzo di storia del cinema e della musica.
Apollo 13 (1995)
Quello con il problema.
Grizzly Man (2005)
È un documentario diretto da Werner Herzog, che di documentari si intende tantissimo, e parla di un uomo che scelse di andare a vivere in Alaska a strettissimo contatto con gli orsi e finì per essere ucciso dagli orsi. Salta spesso fuori nelle classifiche dei migliori documentari di sempre ed è uno di quei film “da studiare” se si vuole capire il cinema documentario.
Forrest Gump (1994)
Un paio di cose che non sapete, visto che chi l’ha diretto, chi l’ha interpretato e di cosa parla lo sanno anche i muri. Uscì nello stesso anno di Pulp Fiction e i due film si trovarono insieme in molte categorie degli Oscar: Miglior film, Miglior regia, Miglior attore protagonista e Miglior montaggio. Forrest Gump riuscì a conquistare 6 Oscar: compresi quello per i Migliori effetti speciali (cosa strana per una commedia) e quello per la Miglior sceneggiatura non originale. Pulp Fiction vinse solo quello per la Miglior sceneggiatura originale. Si dice che il ruolo da protagonista andò a Tom Hanks dopo che erano stati presi in considerazione John Travolta (sembra che fu lui a rifiutare la parte) e Bill Murray.
Ragazze interrotte (1999)
È un film drammatico e biografico (tratto dal diario di Susanna Kaysen) interpretato da Winona Ryder e Angelina Jolie. È il film da far vedere a chiunque dica che Jolie non è una delle più brave attrici della sua generazione. Ci vinse anche l’Oscar come miglior attrice non protagonista.
Breakfast club (1985)
Difficilmente si trova un critico cinematografico che ne parli come di un film davvero bello. Ma, nonostante tutto, è pieno di persone per cui è un film generazionale: da vedere, rivedere e imparare a memoria. È uno dei film più anni Ottanta che ci sia e inizia con cinque studenti di una scuola superiore chiusi nella stessa stanza per punizione. Poi non arriva nessun Demogorgone, ma succedono comunque tante cose.
Lo squalo (1975)
Costò 9 milioni di dollari e nel mondo ne incassò quasi 500. È uno di quei film da cui ci si aspettava pochissimo. Durante le riprese il budget fu sforato più volte e anche i tempi di lavorazione furono molto superiori al previsto. Spielberg, per esempio, voleva a tutti i costi girare in mare aperto e non in uno studio o in un lago, dove sarebbe stato tutto molto più semplice ed economico. Si dice anche che il cast a un certo punto ribattezzò il film “Difetti”: un gioco di parole tra “Flaws” – “difetti”, appunto – e il titolo in inglese, “Jaws”, mascelle.
Jerry Maguire (1996)
Parla di un agente sportivo (Tom Cruise) che se la passa benissimo, poi malissimo e poi di nuovo benissimo: la scena più famosa del film è quella in cui lui va da lei (Renée Zellweger) per proporle di tornare insieme.
Il miglio verde (1999)
Con Tom Hanks e Michael Clarke Duncan, morto nel 2014. È tratto da un omonimo romanzo di Stephen King e il titolo fa riferimento all’ultimo miglio che deve percorrere un condannato a morte prima dell’esecuzione. Nel film il condannato a morte è un uomo nero accusato di aver ucciso due bambine. Ma l’uomo è innocente e ha anzi dei poteri quasi divini, che a un certo punto vengono scoperti dal capo dei secondini del carcere, interpretato da Hanks. L’uomo si chiama John Coffey – «come la bevanda, solo scritto in modo diverso però» – ed è uno di quei film in cui non piangere è praticamente impossibile.
Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (1964)
La seconda miglior commedia della storia, secondo più di 200 critici di tutto il mondo. Lo diresse Stanley Kubrick ed è liberamente tratto dal romanzo Allarme rosso di Peter George. Racconta metaforicamente la paura dell’apocalisse nucleare durante la Guerra fredda, attraverso una serie di battute e di personaggi celebri, che lo hanno reso uno dei pochi capolavori di satira politica nella storia del cinema. Tra i vari personaggi, il comandante americano psicopatico, che fuma enormi sigari ed è ossessionato dalla minaccia comunista: «I comunisti contaminano l’acqua. Ha mai visto un comunista bere un bicchiere d’acqua? No, loro bevono soltanto vodka».
Donnie Brasco (1997)
È un gangster movie immeritatamente meno famoso di altri. Al Pacino che fa il gangster che prova a insegnare quella vita a Johnny Depp, che però è un poliziotto infiltrato nella mafia. È quello di “che te lo dico a fare”.