Zerocalcare non riesce a stare dietro a tutte le richieste di aiuto che riceve
Ha detto che non può essere «il megafono di tutto», parlando del suo nuovo fumetto in uscita il 14 novembre
Il fumettista Zerocalcare, autore di sette libri che hanno venduto complessivamente 800mila copie, ha raccontato a Robinson, l’inserto culturale di Repubblica, di non essere molto contento di alcuni aspetti della sua vita, e di non riuscire più a rispondere a tutte le richieste di aiuto che gli arrivano dagli attivisti politici. Spiegando di cosa parla Macerie Prime, il suo nuovo fumetto che uscirà nelle librerie il 14 novembre, ha detto:
«Per tutti la loro causa è la più importante, ed è giusto che sia così. Per loro è normale chiedere sostegno. Hanno ragione a rivolgersi a me. Solo che: io non je la faccio. E poi non sono un service di battaglie altrui, ho dei temi che seguo, battaglie in cui credo e sulle quali posso parlare. Ma non posso diventare il megafono di tutto».
Zerocalcare è da sempre inserito negli ambienti dell’attivismo di sinistra romano e ha fatto negli anni moltissime vignette, locandine e altri lavori per iniziative ed eventi politici. Nell’intervista ha detto che «l’universo dei centri sociali» continua a essere il suo mondo ma che la sua vita è stata «travolta» dal suo lavoro. Ha detto anche di non voler vivere nel modo frenetico richiesto dai suoi attuali ritmi di lavoro.
Macerie Prime, a differenza del precedente libro di Zerocalcare Kobane Calling, non parla di politica, ma di aspetti più privati della vita del fumettista, della “crisi” e dei sensi di colpa di cui ha parlato nell’intervista e di come sono i suoi amici oggi: non più studenti, «cominciano ad avere trentacinque, trentasei anni, non hanno un lavoro fisso, non hanno una casa sicura, vorrebbero essere genitori». Il libro si può già prenotare. Avrà anche una seconda parte, che sarà pubblicata tra sei mesi e si intitolerà Macerie Prime – Sei mesi dopo.