In Texas c’è un posto dove si possono uccidere animali esotici in via d’estinzione
È una specie di riserva grande quanto Manhattan dove si paga un prezzo diverso a seconda della specie che si vuole cacciare
Negli Stati Uniti ci sono dei posti dove pagando migliaia o decine di migliaia di dollari si possono cacciare alcuni rari animali africani. Uno di questi, a cui il New York Times ha dedicato un articolo e un reportage fotografico, è vicino a Uvalde, una piccola città nel sud-ovest del Texas, che si chiama Ox Ranch. È una via di mezzo tra uno zoo privato e una riserva di caccia: ci vivono alcuni animali che è proibito cacciare, come la giraffa Buttercup, e altri che invece possono essere uccisi dai clienti del parco. Tra questi ci sono i bonghi, un tipo di antilopi con il mantello rosso-bruno con striature laterali bianche e le corna a spirale: per uccidere uno dei trenta esemplari che vive nel ranch bisogna pagare 35mila dollari, cioè circa 30mila euro.
Secondo il New York Times, l’Ox Ranch «ci dà un’idea del futuro dei mitici pascoli texani: un po’ rifugio per la caccia sportiva di animali esotici, un po’ grande parco per avventure all’aria aperta, un po’ un posto per allevare e uccidere alcune specie». Secondo alcune persone l’Ox Ranch è un posto dove fare sport e salvaguardare l’esistenza di alcune specie animali; per altri è un macello che viene gestito in modo ipocrita. Per i gruppi di protezione degli animali creare zone per la caccia autorizzata di animali rari o in via di estinzione è una cosa eticamente e legalmente dubbia. Alcuni attivisti definiscono l’attività permessa nell’Ox ranch «caccia in scatola».
Sono più di sessanta le specie animali che si possono cacciare all’Ox Ranch. Gli animali più economici da uccidere sono i tahr dell’Himalaya, una specie di capra, per cui bisogna spendere 7.500 dollari (circa 6.400 euro); uccidere un orice d’Arabia invece costa 9.500 dollari (8.100 euro); un sitatunga, un tipo di antilope, 12mila dollari (10.300 euro); uno gnu dalla coda bianca 15mila dollari (12.900 euro).
Jason Molitor, l’amministratore delegato dell’Ox Ranch, ha detto al New York Times che con i soldi guadagnati con l’uccisione di un singolo bongo, il ranch può mantenere per un anno intero tutti gli altri. Molitor ha anche detto che in genere i cacciatori sono più interessati alla salvaguardia delle specie animali di quello che si pensa e che strutture come l’Ox Ranch possono aiutare a evitare l’estinzione di alcune specie, legando un’operazione di salvaguardia al profitto. A sostegno di questa posizione c’è il fatto che in passato alcuni esemplari di specie esotiche sono stati mandati nei loro paesi di origine per far crescere la popolazione locale.
Secondo un rapporto del 2007 fatto dalla Texas A&M University il settore degli animali esotici all’aria aperta negli Stati Uniti era un’industria da un miliardo di dollari. L’Ox Ranch – che appartiene a Brent C. Oxley, il fondatore del provider di siti internet HostGator.com – e gli altri posti simili che esistono sono pensati per una clientela facoltosa: all’interno della tenuta ci sono capanne di legno di lusso e una pista per l’atterraggio di aerei provati. La riserva copre una superficie di 72 chilometri quadrati (grande quasi quanto l’isola di Manhattan) e ospita un numero di animali maggiore di quello dello zoo di Houston.
Non si sa esattamente quanti siano gli animali esotici presenti in Texas, dato che il settore è in gran parte privo di regolamentazioni precise, ma secondo i proprietari delle tenute e gli esperti, il Texas è lo stato nordamericano in cui vive il maggior numero di animali esotici. Secondo un sondaggio fatto da un’agenzia governativa nel 1994 erano più di 195mila esemplari di 87 specie diverse, ma da allora il settore è molto cresciuto. Secondo la stima di John T. Baccus, un biologo dell’Università del Texas in pensione, gli animali esotici sarebbero oggi circa 1,3 milioni. Secondo gli esperti, ci sono più esemplari di antilope cervicapra in Texas che in India, il paese da cui questa specie proviene.
Nell’Ox Ranch e nelle altre strutture simili la caccia di quasi tutti gli animali esotici è regolata dall’amministrazione della struttura perché per le specie non autoctone non valgono le leggi statali e federali sulla caccia, quelle che fissano quote e periodi in cui si possono uccidere certi animali. Il discorso è un po’ diverso per le specie a rischio di estinzione riconosciute come tali dal governo degli Stati Uniti: in quel caso la caccia è ammessa se il ranch che la organizza rispetta alcuni requisiti, tra cui donare il 10 per cento dei propri profitti derivanti dalla caccia a un programma di difesa degli animali.
Per quanto riguarda le regole da rispettare durante le battute di caccia, tutti i clienti dell’Ox Ranch devono muoversi all’interno della tenuta insieme a una guida. Il compito della guida è evitare che i cacciatori sparino agli animali che non si possono cacciare e che feriscano accidentalmente animali che non sono il loro obiettivo.
La caccia agli animali esotici comunque non è l’unica attività che si può praticare all’Ox Ranch: c’è anche chi caccia i cinghiali, una specie infestante in Texas, e c’è anche uno spazio riservato all’uso di alcuni carri armati della Seconda guerra mondiale. Questo secondo servizio offerto dall’Ox Ranch – in collaborazione con la società Drive Tanks – è apprezzato non solo dagli appassionati di armi da fuoco, ma anche da persone curiose di sapere cosa significa sparare con un carro armato. Drive Tanks organizza alcune giornate in cui vengono replicati degli scontri tra le truppe alleate e quelle dell’Asse Roma-Berlino-Tokyo.