La Casa Bianca ha approvato un rapporto sul clima che contrasta con l’opinione di Trump
Probabilmente perché in questo periodo ha già abbastanza grattacapi con la riforma fiscale
Un rapporto sul cambiamento climatico scritto e pubblicato dagli scienziati che lavorano per il governo degli Stati Uniti contraddice le posizioni dell’amministrazione di Donald Trump sugli effetti delle attività umane riguardo all’aumento delle temperature globali. Il rapporto, compilato dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l’agenzia degli Stati Uniti che si occupa principalmente di meteorologia, e revisionato da altre dodici agenzie governative, conferma ciò che la comunità scientifica internazionale dice da anni: la temperatura media dell’atmosfera terrestre sta crescendo e le emissioni di gas serra dovute alle attività umane ne sono la causa principale.
Rapporti come questo vengono realizzati ogni quattro anni per ordine del Congresso. Nello specifico il rapporto di quest’anno, intitolato Climate Science Special Report, dice che dal 1910 al 2016 la temperatura media dell’atmosfera è cresciuta di circa 1°C e che in 6 degli ultimi 17 anni si sono registrate le temperature più alte da quando si è cominciato a registrare in modo affidabile le temperature globali.
Dice anche che le attività umane sono responsabili dell’aumento di temperatura per una percentuale compresa tra il 92 e il 123 per cento. Potrebbe sembrare strano che la seconda percentuale citata sia maggiore del 100 per cento, come se le persone fossero responsabili di un aumento della temperatura maggiore di quello che si misura: il fatto è che esistono anche dei fenomeni naturali che hanno l’effetto di diminuire la temperatura media della Terra, tra cui l’oscillazione dell’inclinazione orbitale del pianeta, il cui contributo però viene annullato dagli effetti delle emissioni di gas serra.
Per quanto riguarda i soli Stati Uniti, il rapporto dice che dal 1980 le catastrofi naturali influenzate dal cambiamento climatico, come le alluvioni e gli uragani, sono costate al paese più di mille miliardi di dollari (circa 900 miliardi di euro) e potrebbero diventare più comuni in futuro.
La pubblicazione del rapporto non è stata osteggiata dalla Casa Bianca nonostante, oltre a Trump, siano molti i membri dell’amministrazione che sostengono che il cambiamento climatico non sia dovuto alle attività umane. Secondo il New York Times in questo periodo l’amministrazione è concentrata soprattutto sull’approvazione della riforma fiscale e per questo la pubblicazione e i contenuti del rapporto non sono stati contestati, per evitare un ulteriore tema di scontro. Il rapporto è stato approvato da Gary D. Cohn, il consigliere economico di Trump, che personalmente crede nella validità della scienza sul cambiamento climatico e – secondo una fonte del New York Times all’interno dell’amministrazione – non voleva che il rapporto diventasse una distrazione rispetto alla riforma fiscale, presentata questa settimana.
Nonostante questo ieri un portavoce della Casa Bianca, Raj Shah, ha fatto una dichiarazione che sembra sminuire quanto affermato dal rapporto: «Il clima è cambiato e cambia continuamente. Come dice il Climate Science Special Report, l’intensità del futuro cambiamento climatico dipende in modo significativo da “alcune incertezze sulla sensibilità del clima della Terra”».
La prossima settimana a Bonn, in Germania, si terrà l’annuale conferenza sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, e si prevede che la delegazione statunitense sarà criticata per la scelta degli Stati Uniti di ritirarsi dall’Accordo sul clima di Parigi.