Facebook sta testando un nuovo strumento contro il “revenge porn”, in collaborazione con l’Australia
Se una persona teme che qualcuno possa diffondere sue immagini intime, può segnalarle a una commissione governativa in anticipo per impedirne la condivisione
Facebook sta facendo dei test su un nuovo strumento per contrastare il fenomeno del “revenge porn”, cioè la pubblicazione di immagini intime e private senza il permesso della persona coinvolta, insieme all’agenzia governativa per la sicurezza su internet dell’Australia. Funziona così: chiunque tema che una persona con cui in passato ha condiviso immagini intime e private possa diffonderle pubblicamente, può mettersi in contatto con la commissione australiana “per l’e-Safety” per segnalare le immagini in anticipo a Facebook e impedirne la condivisione da altri account. Il sistema non prevede che dei funzionari governativi o dei dipendenti di Facebook vedano le immagini: la persona che teme di subire il “revenge porn”, dopo aver avvisato la commissione, deve mandare le immagini in questione a se stessa sull’app di messaggi di Facebook Messenger; a quel punto Facebook creerà una specie di “impronta digitale” delle immagini per riconoscerle e impedire che siano condivise.
La commissaria australiana Julie Inman Grant ha precisato che Facebook non salverà le immagini ma ne conserverà solo questa “impronta digitale”: saranno delle tecnologie di intelligenza artificiale a distinguere le immagini.
Il nuovo strumento sarà testato anche negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Canada. È un’estensione di un piano di Facebook, annunciato lo scorso aprile, contro il “revenge porn”. Lo strumento introdotto in precedenza – e funzionante anche su Messenger e Instagram – permette agli utenti di segnalare le immagini intime che sembrano pubblicate senza il consenso di una delle persone coinvolte; dopo una valutazione da parte del gruppo di controllo dei contenuti, nel caso in cui violi effettivamente le regole, l’immagine viene rimossa dal social network e viene impedito che sia pubblicata di nuovo. In molti casi la rimozione comporta anche la disattivazione dell’account che ha pubblicato l’immagine senza permesso, decisione che può essere contestata dal proprietario del profilo se pensa che sia stata presa per errore.