Donald Trump ha detto che l’attentatore di New York dovrebbe ricevere la pena di morte
Anzi, la «PENA DI MORTE!», in maiuscolo
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha scritto su Twitter che Sayfullo Habibullaevic Saipov, il terrorista autore dell’attentato di New York del 31 ottobre, dovrebbe essere condannato alla pena di morte. Saipov è stato ferito dalla polizia all’addome e arrestato. Ieri Trump ha scritto:
«Il terrorista di New York era felice quando ha chiesto di appendere una bandiera dell’ISIS nella sua stanza d’ospedale. Ha ucciso 8 persone, ne ha ferite gravemente 12. DOVREBBE RICEVERE LA PENA DI MORTE!»
NYC terrorist was happy as he asked to hang ISIS flag in his hospital room. He killed 8 people, badly injured 12. SHOULD GET DEATH PENALTY!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 2, 2017
Poi oggi ha scritto altri due tweet sull’argomento:
«Mi piacerebbe mandare il terrorista di New York a Guantánamo ma statisticamente ci vorrebbe molto di più del tempo che serve al sistema federale… Peraltro, in qualche modo è appropriato che sia giudicato nel posto in cui ha commesso il suo orribile crimine. Bisogna agire in fretta. PENA DI MORTE!».
Would love to send the NYC terrorist to Guantanamo but statistically that process takes much longer than going through the Federal system…
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 2, 2017
…There is also something appropriate about keeping him in the home of the horrible crime he committed. Should move fast. DEATH PENALTY!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 2, 2017
In quanto titolare del potere esecutivo e non di quello giudiziario, Trump non può decidere la pena a cui sarà condannato Saipov. Dopo l’attentato Trump aveva chiesto che Saipov fosse processato da una corte federale e che fosse portato nella prigione militare di Guantánamo, a Cuba, il carcere di massima sicurezza allestito dagli Stati Uniti dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 per detenuti stranieri. L’ultima volta che un prigioniero è stato mandato a Guantánamo è stata nel 2008, e non è mai capitato che una persona venisse trasferita dagli Stati Uniti a Guantanamo (che oggi ha pochi detenuti e che Barack Obama ha provato a chiudere per anni, fermato dall’opposizione dei Repubblicani).
Ieri Saipov è stato portato davanti a un giudice dello stato New York per la formalizzazione delle accuse. Le più gravi sono sostegno al terrorismo e distruzione di un veicolo a motore per causare la morte; la seconda prevede anche la pena di morte e renderebbe il processo a Saipov eccezionale per lo stato di New York, dove sono rarissimi i processi in cui è contemplata.