Perché il tramonto di domenica era così spettacolare
Il tramonto più fotografato in Italia è stato merito di una perfetta serie di combinazioni, ma non tutte così positive
Il tramonto di domenica sera in Italia è stato probabilmente il più fotografato nella storia dei tramonti italiani, almeno a giudicare dalle decine di migliaia di fotografie pubblicate in poche ore sui social network e condivise milioni di volte. Il fenomeno è stato osservato in molti posti, centro Italia compreso, ma ha raggiunto il suo massimo al Nord, tra Piemonte, Lombardia e Veneto. Il cielo si è tinto di rosso più del solito, per questa stagione, e ha assunto innumerevoli sfumature dal giallo al viola, fino al blu poco prima del buio. Il tramonto è stato così suggestivo per una serie di combinazioni, alcune più ordinarie come la conformazione delle nuvole, altre meno naturali e legate all’inquinamento nella pianura Padana e in parte ai grandi incendi nel Piemonte nord-occidentale.
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Cielo blu e rosso
In linea generale la luce che arriva dal Sole è bianca, ma quando attraversa gli strati dell’atmosfera incontra particelle e molecole disciolte nell’aria che la deviano e ce la fanno apparire di un colore diverso. Questo fenomeno – chiamato “diffusione ottica” – avviene quando le onde (la luce è un’onda elettromagnetica) cambiano traiettoria a causa dello scontro con altre onde o particelle, in modo disordinato e di solito casuale (a differenza della riflessione e rifrazione, dove la deviazione è ordinata). Di giorno, la luce attraversa l’atmosfera terrestre incontrando molecole che diffondono con più facilità le frequenze alte, cioè i colori più vicini al blu e al violetto. Questa luce diffusa ci arriva da tutte le direzioni e ci fa vedere il cielo blu, per questo il Sole ci appare giallognolo e non totalmente bianco: la componente del blu della sua luce diretta è stata sparpagliata.
Le cose si complicano all’alba e al tramonto, quando la luce del Sole è più radente e attraversa quindi uno strato più ampio di atmosfera prima di raggiungere i nostri occhi: anche la componente rossa della luce fa così in tempo a venire diffusa, per cui intorno al Sole il cielo si colora con tinte dal rosso al giallo. Il fenomeno può essere acuito se nell’atmosfera sono presenti altri elementi, come nuvole e impurità.
Il tramonto di ieri
Sono state proprio le nuvole a contribuire di più al tramonto di ieri. Soprattutto al Nord, erano molto alte in cielo e costituite per lo più da cristalli di ghiaccio sottile, che riflette e diffonde la luce rossa molto efficacemente. La colorazione variegata del cielo osservata tra Piemonte e Lombardia era dovuta alla presenza di nubi lenticolari, formazioni nuvolose determinate dalla presenza di vento forte e di rilievi montuosi che disturbano il flusso dell’aria. Domenica un fronte di aria fredda proveniente da nord-ovest ha attraversato le Alpi, causando la formazione del Föhn, il classico vento caldo e con raffiche piuttosto intense che ha contribuito a spazzare via un po’ d’inquinamento dalla pianura Padana.
Il Föhn ha iniziato a spirare dalle Alpi occidentali soffiando verso est, e ha quindi contribuito a spingere i fumi e le impurità nell’aria causate dai grandi incendi in Piemonte verso oriente. Oltre ad alimentare le fiamme degli incendi, il vento ha sollevato ceneri e altre impurità trasportandole poi per centinaia di chilometri dal Piemonte verso la Lombardia e il Veneto. La presenza di così tante particelle negli strati bassi dell’atmosfera ha acuito i fenomeni di diffusione ottica, infiammando ancora di più i colori del tramonto. Lo stesso è avvenuto nel Centro Italia, soprattutto verso Roma, dove i venti hanno spinto parte delle impurità generate in atmosfera dagli incendi boschivi in Corsica.
Anche la polvere desertica, in origine proveniente dall’Africa e in sospensione da settimane sull’oceano Atlantico, ha dato il suo contributo facendo aumentare il fenomeno di diffusione. La presenza di polveri sottili (PM10) da giorni presenti nella pianura Padana, e dovute all’inquinamento delle automobili e dei riscaldamenti, ha contribuito ulteriormente all’effetto di ieri, seppure in misura diversa e offrendo un’immagine più “ovattata”, ma non è una grande consolazione.