La mostra di Giles Duley, fotografo di guerra in Iraq
Le foto scattate in un ospedale di Emergency raccontano le storie delle persone ferite nella battaglia per Mosul, ora potete vederle a Milano
Nel febbraio 2017 il fotografo britannico Giles Duley ha visitato un ospedale di Emergency ad Erbil, a circa 80 chilometri da Mosul (la città irachena liberata dallo Stato Islamico a luglio): ospitava molti civili che erano stati feriti negli scontri tra le forze irachene e lo Stato Islamico. Emergency ha tenuto in funzione l’ospedale da gennaio a agosto 2017 e poi ne ha lasciato la gestione al ministero della Sanità locale, curando nel frattempo più di 1400 persone. Le foto di Duley sono ora esposte a Milano e la mostra, intitolata Iraq:una ferita aperta, si può vedere in tre occasioni diverse: fino al 6 novembre e poi dal 14 al 23 novembre a Casa Emergency, e in Triennale, dove ne sarà esposta una selezione fino al 12 novembre.
Duley è nato nel 1971; prima di dedicarsi al fotogiornalismo ha lavorato nel mondo della moda e della musica, collaborando con importanti riviste e fotografando gruppi e persone famose come gli Oasis, i Prodigy, Mariah Carey, Marilyn Manson e Lenny Kravitz. Si è dedicato al fotogiornalismo a partire dal 2000 ed è molto conosciuto per la sua storia personale: nel 2011 ha perso entrambe le gambe e un braccio nell’esplosione di una mina in Afghanistan, ma è tornato al lavoro a poco più di un anno dall’incidente. La prima foto che ha scattato tornato al lavoro è stata un autoritratto, per affrontare l’imbarazzo che provava per il suo aspetto; poi ha ripreso con progetti documentari in zone di conflitto.
Duley collabora con Emergency, che ha organizzato la mostra e gli ha commissionato le foto, dal 2010, dopo aver visitato un centro dell’organizzazione in Sudan. È anche membro del consiglio direttivo dell’associazione in Regno Unito.
L’anno scorso i Massive Attack, in collaborazione con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, hanno proiettato durante il loro tour alcune delle immagini di Duley sulla crisi dei rifugiati.