La vita in un palazzo occupato a Rio de Janeiro
Sono i nuovi poveri della recente crisi economica, fotografati tra fumo e spazzatura da Felipe Dana per Associated Press
A settembre Felipe Dana, fotografo brasiliano di Associated Press, ha passato un po’ di tempo in un edificio occupato nella zona di Mangueira, a Rio de Janeiro, per fotografare chi ci vive e raccogliere alcune delle loro storie, che ha raccontato sul blog di Associated Press.
L’edificio fotografato da Dana, poco lontano dal famoso stadio Maracanã, era la sede dell’Istituto brasiliano di Geografia e Statistica ed è occupato abusivamente da anni, ma recentemente ci vivono ancora più persone: centinaia tra famiglie e ragazzi in condizioni precarie, tra la spazzatura, senza elettricità e acqua corrente. Per Dana la loro condizione mostra alcune delle conseguenze dell’attuale crisi del Brasile e la situazione di povertà in cui sono tornate molte persone.
Dopo un grande periodo di sviluppo, negli ultimi anni il Brasile è caduto in una fortissima crisi economica che ha comportato grossi tagli ai programmi di sussidio. La situazione è peggiorata anche da una crisi politica iniziata con l’impeachment dell’ex presidente Dilma Roussef e continuata con le accuse di corruzione a lei, al suo predecessore, Lula da Silva, e al suo sostituto, Michel Temer. La Banca Mondiale stima che tra l’inizio del 2016 e la fine del 2017, da 2,5 milioni a 3,6 milioni di brasiliani saranno tornati a vivere sotto la soglia di povertà.
Alcune delle persone che Dana ha fotografato hanno occupato l’edificio solo di recente, come Luciana Bastos, 30 anni, che si è trasferita da poco con il marito e le due figlie dopo che hanno entrambi perso il lavoro e non riuscivano a pagare l’affitto. Jayanne Pessanha, un ragazzo di 20 anni che vive nell’edificio, ha detto a Dana che chi vive lì «ha fede; fiducia che un giorno lascerà quel posto». Suo fratello è morto in una rissa, sua sorella cadendo da una delle enormi finestre senza vetri del palazzo.
Le foto mostrano persone che giocano a carte, fumano o guardano la tv grazie all’elettricità presa illegalmente dalle linee elettriche nelle vicinanze. Ci sono bambini che giocano nei corridoi o in pozzanghere vicino alla spazzatura, e persone che si lavano in bidoni dell’immondizia.
Dana è nato a Rio de Janeiro nel 1985. Ha iniziato la sua carriera da fotografo a 15 anni, prima di cominciare a lavorare per alcune agenzie di news nazionali e internazionali. Si è unito ad Associated Press nel 2009: tra le altre cose, ha realizzato reportage su Buenos Aires prima dei Mondiali di calcio del 2014 e delle Olimpiadi del 2016, sulla violenza nelle città dell’America Latina, sull’epidemia di Zika e più di recente sull’offensiva dell’esercito iracheno a Mosul. Nel corso della sua carriera ha ricevuto diversi premi, tra cui il World Press Photo. Nel 2017 è stato parte del team di Associated Press selezionato come finalista per l’assegnazione del Premio Pulitzer nella categoria delle fotografie di breaking news. Molte fotografie di Dana si possono trovare anche sui suoi account Instagram, Facebook e Twitter, e sul suo sito internet.