Questo articolo parla di Abkhazia e Nutella
E poi c'entrano le nocciole e un accordo firmato dalla Georgia con l'Unione Europea
La situazione tra Abkhazia e Georgia e un accordo firmato da quest’ultimo paese con l’Unione Europea potrebbero avere delle conseguenze sull’esportazione delle nocciole e dunque sulla produzione della Nutella, la popolare crema spalmabile prodotta da Ferrero. Per capire dov’è il problema è necessario sapere in che cosa consiste l’accordo tra UE e Georgia. E sapere che tra Georgia e Abkhazia le cose non vanno molto bene.
La Deep and Comprehensive Free Trade Area
Nel luglio del 2010 l’Unione Europea aveva avviato dei negoziati con la Georgia per arrivare a un accordo di associazione, alla realizzazione cioè di un avvicinamento sia sul piano politico che economico. All’interno di questo accordo, nel febbraio 2012 erano iniziati anche i negoziati per la creazione di una DCFTA (Deep and Comprehensive Free Trade Area) e cioè un’area di libero scambio per favorire l’integrazione economica con l’Europa. La DCFTA prevedeva l’instaurazione di una relazione commerciale preferenziale basata su trattamenti vantaggiosi per entrambe le parti nell’accesso ai rispettivi mercati. In concreto: eliminazione dei dazi all’importazione e all’esportazione, rimozione di ostacoli ai servizi, facilitazione dell’afflusso di investimenti europei in Georgia e viceversa.
Oltre alla Georgia l’accordo coinvolgeva anche l’Ucraina e la Moldavia ed era stato considerato molto significativo per gli equilibri politici mondiali: Ucraina, Moldavia e Georgia avevano fatto parte in passato dell’Unione Sovietica e a partire dal suo scioglimento erano rimasti nella zona d’influenza della Russia, paese con il quale avevano mantenuto molti rapporti commerciali. La DCFTA avrebbe rafforzato molto i legami economici con l’Unione Europea e secondo alcuni analisti avrebbe rappresentato un grosso passo verso il loro possibile ingresso nell’Unione stessa. Ai tempi dei negoziati il governo russo si era opposto con forza alla conclusione degli accordi, e nel settembre 2013 era riuscito a dissuadere l’Armenia ad abbandonare le trattative.
Alla fine, l’accordo con la Georgia era stato firmato nel 2014 ed era entrato in vigore nel luglio del 2016. A partire da gennaio 2018 la DCFTA richiederà che tutte le esportazioni agricole georgiane rispettino gli standard qualitativi dell’Unione Europea, che includono anche i certificati sulla provenienza dei prodotti.
Georgia e Abkhazia
La Georgia è un paese del Caucaso che confina a nord con la Russia e a sud con Turchia, Armenia e Azerbaijan. Il paese – dove nel 1878 era nato Ioseb Besarionis dze Jugashvili, meglio conosciuto come Stalin – ottenne l’indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1991 e per molti anni fu una delle più instabili repubbliche ex sovietiche. All’indipendenza seguirono i primi conflitti separatisti nelle regioni dell’Abkhazia e dell’Ossezia del sud, che si autoproclamarono indipendenti. Le tensioni portarono a un primo conflitto tra il 1991 e il 1992 – che coinvolse da una parte l’esercito georgiano e dell’altra i secessionisti appoggiati dalla Russia – e poi a un secondo conflitto nell’agosto del 2008.
L’Abkhazia – che si è autoproclamata indipendente nel 1992 – è una piccola repubblica autonomista che si trova sulla costa occidentale del Mar Nero e confina con la Russia, a nord, e con la Georgia a est. Ed è un territorio tuttora conteso, la cui indipendenza è stata riconosciuta da alcuni stati membri dell’ONU (tra cui la Russia, appunto), ma ovviamente non dalla Georgia che rivendica l’intero territorio come parte integrante del proprio stato.
Le nocciole
Il più grande acquirente di nocciole al mondo è Ferrero, la società italiana che ha sede ad Alba, in Piemonte. Ogni anno Ferrero acquista circa un quarto di tutta la produzione mondiale di nocciole. Si tratta di una materia prima essenziale per moltissimi prodotti Ferrero: basti pensare che c’è una nocciola intera dentro ogni singolo cioccolatino Ferrero Rocher. Ma le nocciole sono fondamentali soprattutto per il prodotto più famoso nel mondo della Ferrero, la Nutella. Il contenuto di ogni singolo barattolo di dimensione media è fatto con circa cinquanta nocciole.
La Georgia è il terzo maggior produttore mondiale di nocciole dopo l’Italia e la Turchia, grazie al clima mitigato favorito dalla latitudine e dalla presenza del Mar Nero. Per la Georgia le nocciole sono il secondo prodotto più esportato dopo il rame e vengono coltivate a ovest, lungo il confine con l’Abkhazia. E circa il 10 per cento delle esportazioni di nocciole della Georgia provengono dal territorio dell’Abkhazia dove sono coltivate soprattutto a Gali, nella parte orientale del paese, proprio al confine con la Georgia, dove tra l’altro vive una minoranza georgiana.
Il commercio delle nocciole (nel contesto di una situazione politica molto tesa) è proseguito per un tacito accordo tra i due paesi: le nocciole sono cioè uno dei pochi prodotti che le autorità dell’Abkhazia (non riconosciute dell’Unione Europea) permettono venga venduto dagli agricoltori locali alla Georgia e per i quali tale commercio rappresenta anche l’unica fonte di sostentamento (le nocciole sono uno dei principali prodotti che vengono esportati dall’Abkhazia e che influiscono dunque positivamente sull’economia della piccola repubblica).
Torniamo alla Nutella
Dal gennaio del 2018 il problema potrebbe essere la formalizzazione di questo rapporto commerciale: gli agricoltori dell’Abkhazia si ritroverebbero con un certificato georgiano e sarebbero trattati, scrive l’Economist, come dei traditori visto che il paese ha combattuto per la sua indipendenza dalla Georgia. In questo contesto è dunque molto probabile che presto la collaborazione non ufficiale, finora tollerata, sul commercio di nocciole con la Georgia si interromperà.
Le conseguenze principali sarebbero due: l’Abkhazia, perdendo il mercato europeo, si ritroverà ancora più legata alla Russia da un punto di vista economico. E la Russia, come ha spiegato il ministro dell’Economia dell’autoproclamato governo dell’Abkhazia, non potrà garantire l’assorbimento sul proprio mercato di tutta l’offerta di nocciole locale. L’Abkhazia dovrebbe dunque riconvertire le proprie produzioni e dare priorità ai prodotti che hanno un’alta domanda in Russia, come agrumi e vino. Dall’altra parte, la diminuzione dell’offerta sul mercato europeo del 10 per cento delle nocciole potrebbe avere delle conseguenze sull’aumento di prezzo della Nutella oppure sulla qualità del prodotto stesso (Ferrero dovrà insomma comprare nocciole altrove e di una qualità probabilmente inferiore rispetto a quelle di quell’area).
Una soluzione potrebbe essere quella di normalizzare i rapporti tra Georgia e Abkhazia, ma i colloqui di pace a Ginevra non stanno portando a niente. C’è infine un ultimo problema: le coltivazioni locali sono minacciate da un’invasione di cimici e i cattivi rapporti tra Georgia e Abkhazia impediscono ai due paesi di lavorare insieme per fermare i parassiti.