Anche Bollywood ha problemi di sessismo
Le donne, usate nei trailer e nelle locandine per pubblicizzare i film, hanno ruoli meno importanti degli uomini e sono descritte quasi sempre come "mogli di"
Quando si pensa a Bollywood, e cioè al cinema d’intrattenimento puro in lingua hindi, le prime immagini che vengono in mente sono quelle di donne in abiti coloratissimi e luccicanti, piene di gioielli e ornamenti, che ballano in un modo straordinario. Se nell’immaginario collettivo i personaggi femminili sono percepiti come protagonisti, la realtà è molto differente. Nella società indiana ultra-conservatrice – soprattutto per quanto riguarda la condizione delle donne – i film di Bollywood non fanno altro che trasmettere idee coerenti con questa gerarchia: sessiste e piene di stereotipi sui presunti ruoli che gli uomini e le donne dovrebbero avere. In India il cinema è un elemento costitutivo della cultura nazionale e occupa un posto fondamentale nella vita quotidiana (ogni giorno in India vanno al cinema più di 13 milioni di persone): è dunque uno strumento fondamentale per diffondere e radicare la cultura patriarcale, ma anche – volendo – per sovvertirla.
Sul sito di Quartz India è stata presentata una ricerca sulla disparità di genere nel cinema di Bollywood basata sull’analisi di 4 mila film prodotti tra il 1970 e il 2017 e 880 trailer ufficiali distribuiti tra il 2008 e il 2017. Il primo problema riguarda le locandine e i trailer: nella maggior parte dei casi compare una donna che viene però usata semplicemente come «esca» per vendere e pubblicizzare il film. A quell’esposizione non corrisponde un’importanza effettiva o un ruolo nella vicenda. Nishtha Madaan, co-autrice dello studio, ha detto: «Basano la loro pubblicità sulle attrici, ma quando si tratta della vicenda vera e propria, le donne sono relegate a un piano secondario».
Le sinossi su Wikipedia dei film analizzati, che coprono un periodo di quasi cinquant’anni, si concentrano sui protagonisti maschi: i ruoli femminili sono menzionati in media 15 volte, i ruoli maschili esattamente il doppio. E questo, secondo i ricercatori, suggerisce che il ruolo di un’attrice sia meno importante di quello di un attore. Anche Bollywood come Hollywood ha insomma uno star system formato prevalentemente da attori maschi quarantenni. E non è solo una questione quantitativa: le sceneggiature prevedono generalmente personaggi femminili molto stereotipati. Le donne sono elogiate per il loro aspetto fisico e il loro sex-appeal. Gli uomini sono invece descritti non per le loro caratteristiche fisiche ma per la loro personalità: sono dunque generalmente forti, onesti e coraggiosi.
Le donne parlano poi molto di “amore” e “matrimonio”, sorridono più dei loro colleghi e raramente esprimono sentimenti di rabbia. Secondo uno studio simile condotto nel 2012, la donna tipica del cinema di Bollywood è obbediente, sottomessa, casta, controllata e pronta a sacrificarsi, mentre le anti-eroine sono descritte come “individualiste, sessualmente aggressive e dai costumi occidentali”. Nelle sinossi, poi, un uomo viene descritto in sintesi per la professione che svolge (ad esempio “insegnante famoso”) mentre una donna è associata al suo aspetto fisico, al suo stato emotivo o alla sua relazione con un maschio, dunque come “moglie di” o “figlia di”.
Una forte e stereotipata divisione di genere risulta poi dalle professioni assegnate a ciascuno e a ciascuna. Fa il medico il 32 per cento degli uomini contro il 3 per cento delle donne. Per i personaggi femminili, le carriere più popolari sono quelle di insegnanti o segretarie. I ruoli da avvocato, amministratore delegato e funzionario di polizia sono assegnati ad attori maschi.
Il canto e la coreografia, che svolgono un ruolo decisivo nel cinema di Bollywood, mostrano una grande disparità: le donne sono quantitativamente meno presenti nella colonna sonora dei film, e ai maschi sono concesse più scene musicali.
Le cose, comunque, stanno migliorando: negli ultimi tre anni risultano più di 30 film in cui le donne delle locandine hanno effettivamente un ruolo centrale anche nel film che pubblicizzano. Negli anni Settanta, solo il 7 per cento dei ruoli principali era affidato a un’attrice, mentre tra il 2015 e il 2017 la percentuale è salita all’11,9 per cento. Secondo la regista indiana Zoya Akhtar, «il cinema è l’unica forma di cultura popolare in grado di definire l’identità in India e per questo dovrebbe prendersi più responsabilità», soprattutto per quanto riguarda la rappresentazione della donna e del suo ruolo nella società.
(Nella foto: esempi di film recenti in cui la locandina corrisponde a un ruolo da protagonista della donna rappresentata)