La Corte di Cassazione ha deciso che Marcello Dell’Utri rimarrà in carcere
La Corte di Cassazione ha deciso che l’ex senatore Marcello Dell’Utri – uno dei fondatori di Forza Italia, oggi in carcere a Rebibbia (Roma) per una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa – non può essere scarcerato per via della gravità dei suoi reati. La Cassazione ha dunque confermato la decisione del tribunale di sorveglianza di Bologna, presa lo scorso 14 febbraio quando Dell’Utri era ancora recluso in Emilia-Romagna.
Il reato di “concorso esterno in associazione mafiosa” non esiste nel codice penale. Deriva infatti dalla “fusione” di due diversi reati: l’associazione per delinquere di tipo mafioso, articolo 416 bis, e l’articolo 110, che prevede il concorso di persone in altri reati. Il tema era tornato di attualità dopo la sentenza della Corte di Cassazione sul caso di Bruno Contrada, un ex dirigente della polizia e dei servizi segreti, condannato nel 2007 a 10 anni anche lui per concorso esterno in associazione mafiosa. Nel luglio scorso, in seguito a un ricorso presentato dai legali di Contrada, la Corte di Cassazione aveva stabilito che la pena, già scontata da Contrada parte in carcere e parte ai domiciliari, era da considerarsi «ineseguibile e improduttiva di effetti» poiché all’epoca dei fatti di cui era accusato il concorso esterno non era un reato sufficiente “tipizzato”, cioè era ancora troppo generico e poco preciso.