Trump declassificherà gli ultimi documenti segreti sull’omicidio di Kennedy
Lo ha annunciato su Twitter, e lo può fare per una legge del 1992, nonostante il parere contrario delle agenzie di intelligence
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato su Twitter che permetterà che gli ultimi documenti sull’omicidio del presidente americano John Fitzgerald Kennedy – gli ultimi tra quelli ancora segreti – siano declassificati. Trump ha scritto: «A meno di non ricevere ulteriori informazioni, permetterò, in quanto presidente, che i documenti su JFK a lungo bloccati e segreti siano aperti». Kennedy fu assassinato il 22 novembre 1963: sulla sua morte si sono sviluppate nel corso degli anni articolate teorie del complotto nonostante si sappia con certezza che a sparargli fu Lee Harvey Oswald.
Subject to the receipt of further information, I will be allowing, as President, the long blocked and classified JFK FILES to be opened.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) October 21, 2017
La declassificazione di questi documenti è prevista da una legge del 1992 – il cosiddetto JFK Records Act approvato per cercare di mettere fine alle teorie cospirazioniste sulla morte di Kennedy – secondo cui i documenti devono essere resi pubblici entro il 26 ottobre di quest’anno. Solo il presidente può bloccare il processo di declassificazione previsto dalla legge. Nell’ultimo periodo le agenzie di intelligence statunitensi hanno chiesto a Trump di farlo, di non rendere pubblici i documenti, almeno non tutti, perché conterrebbero delle informazioni importanti per la sicurezza nazionale.
I documenti sull’assassinio di Kennedy sono conservati dalla National Archives and Records Administration (NARA), che li ha raccolti dalle agenzie federali americane, da quelle statali e da privati cittadini, e sono diverse migliaia. Dal 1994 al 1998 circa 60mila di questi documenti furono declassificati; quelli che sono ancora segreti sono circa cinquemila pagine. La legge del 1992 prevede che il presidente possa posticipare all’infinito la loro declassificazione nel caso in cui questa possa danneggiare «le operazioni militari, di difesa, di intelligence, le indagini delle forze dell’ordine o le relazioni con altri paesi».
Non è chiaro cosa intendesse Trump scrivendo «a meno di non ricevere ulteriori informazioni»; il New York Times ha chiesto alla Casa Bianca un chiarimento sul messaggio, ma per ora non ha ricevuto risposta in merito. Gli storici che si sono occupati dell’assassinio di Kennedy non pensano che nei documenti ancora segreti ci siano delle cose che possano portare a nuove conclusioni sull’omicidio; è possibile invece che dicano qualcosa sul viaggio che Oswald, l’uomo che sparò a Kennedy, fece a Città del Messico alcune settimane prima del 22 novembre 1963. Per questo alcuni esperti sono preoccupati che la declassificazione dei documenti possa creare dei problemi tra Stati Uniti e Messico.