A Los Angeles è stata aperta un’indagine per stupro su Weinstein
La polizia di Los Angeles ha aperto un’indagine contro l’ex produttore americano Harvey Weinstein dopo che una modella e attrice italiana lo ha denunciato per stupro. La donna ha raccontato l’episodio, che sarebbe avvenuto in un hotel di Beverly Hills nel 2013, in una deposizione di due ore; finora è la sesta donna ad aver accusato Weinstein di stupro. Weinstein è sotto indagine anche a New York per due casi di reati sessuali e a Londra per uno, ma l’ultimo reato di cui è accusato è avvenuto meno di dieci anni fa e non è caduto in prescrizione, contrariamente alla maggior parte degli altri di cui è stato accusato finora. Finora Weinstein ha respinto tutte le accuse di sesso non consensuale.
La donna ha 38 anni ed è rimasta anonima per timore di ritorsioni e per proteggere la privacy dei suoi figli. Ha raccontato in un’intervista al New York Times che lo stupro sarebbe avvenuto dopo l’ottava edizione dell’annuale “Los Angeles, Italia Film, Fashion and Art Fest” nel febbraio 2013, quando aveva 34 anni. Prima aveva incontrato Weinstein una sola volta, a Roma, presentata da una conoscenza comune, e già allora lui l’aveva invitata ad andare nella sua camera di albergo. Quella sera si era presentato nella lobby del suo hotel dopo mezzanotte chiedendole di salire in camera sua, lei aveva rifiutato ma lui stava già bussando alla porta. «Si fece largo in camera mia “non voglio fare sesso, voglio solo parlare”. Una volta dentro mi fece un po’ di domande su di me ma poi divenne subito aggressivo e mi chiese continuamente di spogliarmi». Mentre lui si vantava del suo potere lei gli mostrava le foto dei suoi figli e di sua madre, si mise a piangere e lo pregò di andarsene. «Mi prese per i capelli e mi obbligò a fare una cosa che non volevo. Poi mi trascinò in bagno e mi stuprò». Andandosene le disse che era molto bella e che poteva lavorare a Hollywood. «Si comportò come se niente fosse. Non lo conoscevo neanche, è stata la cosa più umiliante che mi sia mai accaduta. Mi fa ancora male. Mi ha fatto sentire un oggetto, un niente, con tutto il suo potere».