Il ritorno di Kim Davis
È la funzionaria del Kentucky che non permetteva alle coppie gay locali di sposarsi: ora è in Romania, a fare campagna contro i matrimoni gay
Kim Davis è la funzionaria della contea di Rowan, in Kentucky, che nel 2015 si rifiutò di rilasciare le licenze di matrimonio ad alcune coppie gay dicendo di agire «sotto l’autorità di Dio». Si parlò molto del caso, e visto che il suo rifiuto andava contro una sentenza della Corte Suprema statunitense, Davis passò anche sei giorni in carcere. Due anni dopo Davis è finita in Romania, dove in questi giorni sta facendo campagna per inserire nella Costituzione una norma che vieti espressamente i matrimoni gay.
In Romania, come in molti altri paesi dell’est Europa, la chiesa cristiana ortodossa è molto influente, e l’omosessualità è stata decriminalizzata solo nel 2011. La Costituzione del paese parla del matrimonio in modo neutro, definendolo un’unione tra due persone; la legge civile fa invece riferimento all’unione tra un uomo e una donna. Nel 2016 circa tre milioni di persone – più o meno il 15 per cento della popolazione del paese – hanno firmato una petizione per chiedere che anche la Costituzione faccia riferimento al fatto che il matrimonio possa esistere solo fra un uomo e una donna. Entro la fine dell’anno il partito Socialdemocratico, che governa insieme ai centristi dell’ALDE, dovrebbe organizzare un referendum per cambiare la Costituzione in tal senso.
Davis è stata invitata nel paese da “Coalizione per la famiglia”, l’associazione che organizzò la raccolta delle firme nel 2016 e che si dice a favore della “famiglia tradizionale”. Mihai Gheorghiu, presidente dell’associazione, ha detto: «Abbiamo invitato Davis perché potesse condividere con noi la sua lotta per la libertà, la sua fede e la sua esperienza in carcere: il prezzo che ha dovuto pagare per essersi battuta per quello in cui crede». Il viaggio in Romania di Davis è stato concretamente organizzato da Liberty Counsel, un’associazione statunitense che nel 2015 si occupò della difesa legale di Davis. Il New York Times ha scritto che per ora Davis ha presenziato a eventi in sei diverse città, incontrato esponenti politici e dato interviste. In una delle tante, ha detto che si oppone ai matrimoni gay per proteggere «la famiglia naturale», non per omofobia.
La presenza di Davis in Romania è stata criticata da gran parte di quelli che si oppongono alla riforma della Costituzione e che vorrebbero anzi la legalizzazione dei matrimoni gay. Vlad Viski, presidente del gruppo LGBTQ Mozai, ha detto: «È molto grave che una persona che ha violato la legge negli Stati Uniti sia invitata in Romania e presentata come una specie di eroina della cristianità».