Come vanno i libri in Italia
L'editoria è in ripresa ma il problema è il solito, dicono i dati: si leggono sempre meno libri
Alla Buchmesse, la fiera del libro di Francoforte in corso in questi giorni fino a domenica, è stato presentato il rapporto sullo stato dell’editoria italiana del 2016 curato dall’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE). Il rapporto spiega cosa è successo nel mercato editoriale nell’ultimo anno: la notizia principale è che il fatturato complessivo delle case editrici è cresciuto rispetto all’anno precedente. Tuttavia questo aumento si deve principalmente all’aumento del prezzo dei libri e non delle vendite.
Quante sono le case editrici e quanti libri sono stati pubblicati
Le case editrici attive in Italia, cioè che nel 2016 hanno pubblicato almeno un libro, sono 4.877, il 5,8 per cento in più rispetto al 2015. In tutto nel 2016 sono stati pubblicati 66mila titoli su carta, più o meno quanto nel 2015: la narrativa è stabile con uno 0,3 per cento in più, la manualistica è aumentata del 3,9 per cento mentre per la prima volta da anni sono in calo i libri per bambini e ragazzi, con meno 4,5 per cento. Quest’ultima tendenza è stata già ribaltata nel 2017, di cui si hanno i dati del primo semestre: rispetto allo stesso periodo nel 2016, i libri per bambini e ragazzi hanno infatti aumentato le vendite del 10,7; la narrativa ha venduto l’1,4 per cento in più e la saggistica generale, non soltanto manuali, è in calo del 7 per cento. Il catalogo complessivo di titoli di carta in commercio supera per la prima volta il milione con 1.032.799 di titoli, il 13,9 per cento in più del 2015.
Cresce il fatturato e cresce il costo dei libri
Nel 2016 l’editoria italiana ha fatturato un totale di 2,561 miliardi di euro, l’1,2 per cento in più del 2015. Il mercato è in crescita dopo gli anni della crisi economica, dal 2011 al 2014, ma non si è ancora ripreso del tutto: nel 2011 il fatturato era stato di 3,1 miliardi di euro. Se si considerano anche i libri usati e i cosiddetti “non book” – cioè i prodotti realizzati dagli editori e venduti in libreria che però non sono libri – la crescita è dell’1,1 per cento, pari a 2,710 miliardi di euro.
Questa crescita non è però legata a un aumento nelle vendite ma a quello del costo dei libri: i prezzi medi di copertina sono infatti saliti del 2,8 per cento, una tendenza già iniziata nel 2015 dopo una contrazione dal 2010 al 2014, quando erano diminuiti del 14,7 per cento. Nel 2015 un libro appena pubblicato costava in media 18,41 euro, nel 2016 è arrivato a 18,93 euro. Stando ai dati Nielsen relativi al 2016, ad aumentare di più il prezzo non sono stati i grandi editori, forse perché possono fare con facilità politiche di promozione, ma gli indipendenti. Rispetto a sei anni fa comunque il prezzo medio di un libro è inferiore del 12,4 per cento, circa 2,6 euro.
È vero, si legge sempre meno
Il problema principale dell’editoria italiana è il basso indice di lettura e una diminuzione costante di lettori: in sostanza, si leggono sempre meno libri. Le persone con più di sei anni che hanno detto di aver letto almeno un libro non scolastico nel 2016 sono diminuite del 3,1 per cento rispetto al 2015. In Italia le persone che nel 2016 hanno letto almeno un libro sono il 40,5 per cento, in Spagna sono il 62,2 per cento, in Germania il 68,7 per cento, negli Stati Uniti il 73 per cento, in Canada l’83 per cento, in Francia l’84 per cento e in Norvegia il 90 per cento. La lettura è diminuita tra i cosiddetti lettori deboli e occasionali, e tra donne, bambini e ragazzi, che però sono le fasce che solitamente leggono di più, mentre è quasi stabile (-0,4 per cento) tra i cosiddetti “lettori forti”, cioè quelli che leggono più di 12 libri all’anno.
Come vanno gli ebook
Nel 2016 4,2 milioni di persone hanno detto di aver letto almeno un ebook nei tre mesi precedenti, mentre nel 2015 erano stati 4,7 milioni. Il settore è cresciuto rapidamente ma poi ha iniziato a rallentare, pur passando dal 2,3 per cento del 2011 al 7,3 per cento del 2016. Secondo il rapporto, il 37 per cento dei lettori legge sia ebook che carta, mentre l’1 per cento legge solo ebook; aggiunge anche che secondo altri istituti di ricerca il 3 per cento dei lettori sceglie prevalentemente ebook. Nel 2016 sono stati comprati più di 900 mila e-reader, il 9,4 per cento in meno del 2015, e 2,4 milioni di tablet, il 7,6 per cento in meno. In generale il mercato degli ebook è cresciuto meno del previsto e oggi è pari al 5 per cento totale delle vendite, 63 milioni di copie vendute. I titoli disponibili invece sono aumentati del 29,6 per cento, passando da 62.544 nel 2015 a 81.035 nel 2016.
Non compriamo più libri all’autogrill
Ci sono sempre più posti e modi di comprare un libro e le stesse librerie si sono molto modificate negli ultimi anni, trasformandosi parzialmente in caffetterie e ristoranti e aprendosi ad altri prodotti, come oggettistica, cartoleria e appunto cibo. La gran parte dei libri viene ancora comprata nelle librerie fisiche, anche se c’è stato un leggero calo – nel 2007 erano il 79 per cento del totale, nel 2016 il 73 per cento – mentre sono cresciuti gli acquisti nelle librerie online: dal 3,5 per cento nel 2008 all’attuale 17 per cento. Soprattutto continua la crisi dei libri nella grande distribuzione, cioè autogrill e supermercati, che negli anni Ottanta e Novanta furono fondamentali nell’attirare nuovi lettori e che negli ultimi anni vendono sempre meno libri e sono responsabili del 46 per cento in meno del fatturato complessivo. Circa un milione di persone comunque continua a comprare libri soltanto attraverso la grande distribuzione, che resta quindi un canale di accesso non trascurabile per gli editori.
La narrativa straniera va un po’ peggio
Come avevano già mostrato i dati Nielsen la narrativa straniera è in calo: nel 2015 un libro venduto su quattro era tradotto, quest’anno la percentuale è del 23,7 per cento, pari al 22,5 per cento del fatturato complessivo dell’editoria italiana. Nel 2016 i titoli tradotti da una lingua straniera sono stati circa 7.400, contro gli 11.500 dell’anno prima, passando quindi dal 17,6 per cento del 2015 all’11,8 per cento nel 2016.
D’altra parte in Italia sono aumentati i titoli italiani tradotti all’estero: le case editrici hanno venduto 6.565 diritti agli stranieri – ma furono 1.800 nel 2001 – e comprato diritti per 9.552 titoli – 5.400 nel 2001: rispetto al 2015 hanno venduto l’11 per cento in più e comprato il 10,6 per cento in meno.