I verdiniani dicono che voteranno la legge sullo ius soli
Lucio Barani assicura che sono almeno 10, per via delle loro estrazioni socialiste e repubblicane: con i loro voti si arriverebbe quasi alla maggioranza
Lucio Barani, ex segretario del Nuovo Partito Socialista Italiano e oggi senatore di ALA, il gruppo parlamentare guidato da Denis Verdini, ha detto a Repubblica che voterebbe a favore – insieme a buona parte del suo gruppo – la legge sullo ius soli, che se approvata permetterà ai figli di cittadini stranieri nati in Italia, o arrivati da bambini nel nostro paese, di ottenere la cittadinanza dopo aver completato un ciclo scolastico. Barani ha detto:
«E me lo chiedete pure? Certo che voterò lo ius soli, e con me quasi tutto il gruppo, se finalmente avranno il coraggio di portare in aula quella benedetta legge. Sì, anche qui al Senato. Io sono di cultura socialista, non scherziamo. Guardi, io di mestiere sarei medico. Ma in politica mi considero un docente universitario di diritti umani. Qui al Senato posso dare lezioni in materia. Altro che d’accordo sulla legge sullo ius soli, molto di più»
Alla domanda se anche Verdini voterebbe a favore dello ius soli, Barani ha risposto di sì:
«Denis è un vecchio repubblicano, non è certo un populista»
Da settimane ci sono molte incertezze intorno alla legge: fino a poco fa sembrava che il Partito Democratico, principale promotore della legge, non avesse la maggioranza per approvarla al Senato, dopo l’approvazione alla Camera nel 2015 (dove ha un’ampia maggioranza). Le cose si erano apparentemente bloccate dopo che Alleanza Popolare, il partito del ministro degli Esteri Angelino Alfano, aveva fatto capire di non volere votare la legge. Le cose potrebbero cambiare se effettivamente una parte di ALA sostenesse la legge: Barani ha detto che secondo lui i senatori del suo gruppo disposti a sostenere la legge sono almeno dieci. Insieme al PD, ai partiti più a sinistra, ai socialisti e ai senatori vicini a Giuliano Pisapia del Gruppo Misto, secondo Repubblica si arriverebbe a 157 voti, sui 161 necessari per approvarla. Vista la contrarietà di Alfano, sembra comunque difficile che il governo decida di porre la fiducia sulla legge, ma forse il PD potrebbe decidere di cercare uno per uno i voti che gli mancano.