È morto lo scrittore Giorgio Pressburger
Nato a Budapest da una famiglia ebrea, scappò in Italia dove scrisse romanzi, saggi e testi teatrali, televisivi e radiofonici
È morto a 80 anni Giorgio Pressburger, scrittore e regista ungherese naturalizzato italiano, considerato tra i più importanti esponenti italiani contemporanei della cultura mitteleuropea, e cioè dell’Europa centrale. Pressburger era infatti nato a Budapest il 21 aprile del 1937 da una famiglia ebrea di origini slovacche; sopravvissuto allo sterminio nazista, lasciò l’Ungheria nel 1956, dopo la repressione dell’insurrezione ungherese da parte del regime comunista, e si stabilì in Italia. Collaborò con il Corriere della Sera e ricoprì anche cariche istituzionali: fu assessore alla cultura del Comune di Spoleto dal 1995 al 1998, fu direttore dell’Istituto italiano di cultura a Budapest e nel 2009 si candidò con l’Italia dei Valori alle elezioni Europee. Scrisse romanzi, saggi e spettacoli teatrali, e nel 1998 vinse il premio Viareggio con La neve e la colpa, composto da cinque racconti e pubblicato da Einaudi. Pressburger vinse per trent’anni a Roma, prima di trasferirsi a Trieste: in un’intervista a Repubblica spiegò che «Trieste mi ricorda Budapest: anche se non c’è il Danubio, c’è il mare. Città letteraria sotto la bruma dei ricordi».
Nel 2013 uscì il documentario su di lui Messaggio per il secolo, prodotto e diretto da Mauro Caputo; nel 2014 da una sua raccolta di racconti fu invece tratto il film L’orologio di Monaco, presentato al Festival Internazionale del Film di Roma. Nel 2016 uscì poi il film Il profumo del tempo delle favole, tratto dal suo romanzo Sulla fede e presentato alla Mostra del cinema di Venezia.