Perché Trump ce l’ha col Ciad?
Non si capisce perché ha vietato ai cittadini di un paese alleato e molto attivo nella lotta al terrorismo di entrare negli Stati Uniti: forse c'è stato uno sbaglio
La scorsa settimana Donald Trump ha emanato un ordine esecutivo in cui proibisce a tempo indefinito l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di sette stati diversi. Tra i paesi colpiti dal divieto d’ingresso cinque erano già stati sanzionati con il “travel ban” dello scorso gennaio, il divieto di ingresso che aveva causato disordini agli aeroporti, proteste e lunghe contese giudiziarie. Ai cinque paesi originali – Iran, Siria, Libia, Somalia e Yemen – Trump e il suo staff hanno aggiunto due paesi: Corea del Nord e Ciad, un paese di 14 milioni di abitanti che si trova tra Nigeria, Libia e Sudan. Il Ciad non è un paese di cui si parla molto e gli esperti non si sono ancora spiegati perché sia finito nella lista; alcuni pensano che alla Casa Bianca semplicemente qualcuno si sia sbagliato.
Nel Sahel, la zona geografica che si trova tra la parte meridionale del deserto del Sahara e l’inizio della savana, il Ciad è uno dei paesi più sicuri su cui gli Stati Uniti possano contare. Collabora nella lotta la terrorismo internazionale e in particolare è molto attivo contro Boko Haram. Il contingente internazionale che combatte Boko Haram, infatti, ha base proprio in Ciad. Quando nel 2013 i francesi sono intervenuti in Mali contro un gruppo di ribelli islamisti, il Ciad è stato l’unico paese africano a fornire truppe in appoggio all’operazione: ed erano, tra l’altro, militari addestrati dagli Stati Uniti. Questa estate il Ciad ha ospitato una grande esercitazione militare organizzata dagli Stati Uniti a cui hanno partecipato oltre venti paesi. In Ciad ci sono alcune strutture militari americane, mentre nella capitale N’Djamena il dipartimento di Stato ha appena ultimato la costruzione di una nuova ambasciata da 300 milioni di dollari.
Nella motivazione della sua scelta, Trump ha scritto che il Ciad non condivide in maniera adeguata le informazioni sul terrorismo in suo possesso. Inoltre ha scritto che sul suo territorio sono attivi elementi di al Qaida, ISIS e Boko Haram. Quest’ultima, però, è una cosa che hanno in comune quasi tutti i paesi dell’area, come Mali, Niger e Nigeria, nessuno dei quali è stato inserito nel nuovo “travel ban”.
La cosa apparentemente più incredibile di tutta la vicenda è che il Ciad ha preso il posto del Sudan, un paese incluso nella lista dello scorso gennaio ma rimosso da quella pubblicata la scorsa settimana. Trump ha motivato la decisione scrivendo che il Sudan ha messo in atto una “robusta” collaborazione nella lotta al terrorismo. È una frase che ha lasciato senza parole esperti ed ex diplomatici. Il Sudan è una dittatura islamica che ha ospitato per anni Osama bin Laden, il suo presidente è accusato di genocidio e ricercato dalla Corte penale internazionale e il dipartimento di Stato americano considera ancora il Sudan “paese sponsor del terrorismo internazionale”.«Tutto questo non ha senso e mi domando se per caso non ci sia stato un errore», ha detto a BuzzFeed John Campbell, ex ambasciatore americano in Nigeria e ora consulente della RAND Corporation, un think tank che si occupa di difesa e sicurezza, «quello che mi colpisce è quanto tutto questo sia incredibilmente stupido».