La Cina ha bloccato WhatsApp
WhatsApp, la popolare applicazione per scambiarsi messaggi sugli smartphone, è stata bloccata in Cina secondo le analisi condotte da un gruppo di esperti di sicurezza diffuse dal New York Times. Per mesi l’app aveva subìto rallentamenti e disservizi, soprattutto per quanto riguardava la condivisione di fotografie e video, mentre ora anche l’invio dei semplici messaggi di testo è stato bloccato dal governo. WhatsApp utilizza particolari protocolli per lo scambio dei dati ed è quindi probabile che in Cina sia stato aggiornato il sistema (firewall) che in generale identifica e blocca parte del traffico online, per impedire l’accesso a social network, motori di ricerca e ai siti di opposizione e degli attivisti che diffondono notizie contro il governo. Il nuovo blocco è stato attuato a pochi giorni dall’inizio della 19esima riunione del Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese, il più importante organo del partito. WhatsApp scambia i dati con forme molto sofisticate di crittografia, cui i governi non possono accedere. In Cina sono di fatto consentite solo le app per i messaggi che possono essere intercettate dal governo cinese, come WeChat. WhatsApp è controllata da Facebook, il cui social network dal 2009 è bloccato in Cina e che negli ultimi anni ha cercato in ogni modo di tornare a fornire i suoi servizi nel paese, ma senza ottenere risultati.