C’era una volta una rana che mangiava i dinosauri
È l'ipotesi di un gruppo di ricercatori che ha studiato le "rane diavolo", estinte 65 milioni di anni fa e che potevano pesare fino a 4,5 chili
Tra 65 e 70 milioni di anni fa in Madagascar vivevano delle rane molto più grosse di quelle attuali: chiamate dai biologi rane diavolo, erano lunghe fino a 40 centimetri, pesavano fino a 4,5 chili e secondo uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports forse potevano mangiare dinosauri e coccodrilli. Un gruppo di ricercatori britannici, australiani e statunitensi ha stimato la forza che queste rane potevano mettere nei loro morsi basandosi sui dati relativi ai Ceratophrys cranwelli, una specie di rane sudamericane non estinta che a differenza della maggior parte degli anfibi è capace di usare mascella e mandibola con grande forza. Stando ai calcoli dei ricercatori, le rane diavolo erano in grado di dare morsi che gli avrebbero permesso di mangiare cuccioli di coccodrilli e piccoli dinosauri non volanti che vivevano nel periodo Cretaceo.
Il nome scientifico delle rane diavolo è Beelzebufo ampinga, che deriva dalle parole “belzebù” e “bufo”, cioè “rospo” in latino, e “ampinga” che in malgascio significa “scudo”. I fossili di questi animali sono stati trovati per la prima volta negli anni Novanta e i biologi hanno classificato la specie nel 2008. Tra le rane non estinte, le rane diavolo assomigliano molto alle Ceratophrys, specie di rane sudamericane particolarmente voraci: sono predatrici che usano la tecnica dell’attesa nella più completa immobilità per sorprendere le proprie prede e a differenza di altre rane hanno dei denti molto appuntiti. Le Ceratophrys cranwelli possono arrivare a pesare 148 grammi, quindi sono molto più piccole di quanto fossero le rane diavolo, ma facendo delle proporzioni tra le dimensioni delle teste di queste due specie, i ricercatori sono giunti alla conclusione che le rane estinte potessero mordere con una forza compresa tra 500 e 2.200 Newton – l’unità di misura della forza nel sistema internazionale – cioè con una forza simile a quella con cui mordono gli attuali mammiferi carnivori di grossa taglia.
Un esemplare di Ceratophrys cranwelli che morde un trasduttore di forza costruito con due barre metalliche coperte di pelle alle estremità: serve per misurare con quanta forza queste rane siano capaci di mordere (Lappin et al, Sci. Rep, 2017)
Considerando la forza con cui le rane diavolo potevano mordere, gli scienziati hanno ipotizzato che questi animali fossero in grado di mangiare piccoli coccodrilli e piccoli dinosauri. Tuttavia si tratta solo di un’ipotesi: può darsi che i muscoli delle rane diavolo fossero diversi da quelli delle Ceratophrys cranwelli e che quindi in realtà i loro morsi non fossero formidabili quanto stimato. Nel lavoro dei biologi evoluzionisti però l’unico modo per provare a fare delle ipotesi su come vivevano gli animali del passato, una volta studiati i fossili, è osservare i loro parenti più prossimi che ancora ci sono.
In aggiunta alla sua stazza e alla sua possibile dieta, la ragione per cui la rana diavolo ha destato molta attenzione nel mondo scientifico è la sua presenza in Madagascar: le specie attuali più vicine ai Beelzebufo ampinga, come i Ceratophrys cranwelli, vivono tutte in America del Sud, che si trova da tutt’altra parte rispetto all’isola africana. La maggior parte degli scienziati ritiene che il Madagascar si sia separato dall’Africa circa 160 milioni di anni fa, con la rottura del supercontinente Gondwana, e che poi si sia staccato dall’India 88 milioni di anni fa: la presenza dei fossili di rane diavolo sembra indicare che esistesse una connessione terrestre tra America del Sud e Madagascar fino a 70 milioni di anni fa.