Il partito di Emmanuel Macron è stato sconfitto nelle elezioni per rinnovare la metà del Senato in Francia
Ma erano elezioni indirette, condizionate dal fatto che il suo partito nel 2014 non esisteva
Domenica 24 settembre in Francia si è votato per rinnovare la metà del Senato composto da 348 seggi in totale. I risultati definitivi devono ancora arrivare, ma il partito del presidente Emmanuel Macron (La République en Marche) non ha avuto il successo che sperava e ha ottenuto soltanto pochi senatori, fra 20 e 30. Le votazioni sono state vinte dal partito di centrodestra Les Républicains, che aveva già il maggior numero di seggi al Senato. Il Partito Socialista – da mesi in grande difficoltà – ha perso seggi così come la sinistra di Jean-Luc Mélenchon. Secondo i risultati parziali e le prime proiezioni, il Front National di Marine Le Pen, che aveva due eletti, non dovrebbe aver ottenuto alcun seggio in più.
Il rinnovo della metà della camera alta francese avviene ogni tre anni a suffragio indiretto, votano cioè i grandi elettori, per la maggior parte costituiti da amministratori locali: consiglieri comunali, dipartimentali e regionali usciti dalle elezioni amministrative del 2014. All’epoca il partito di Macron non esisteva ancora, e questo spiegherebbe i suoi scarsi risultati. La sconfitta di Macron, scrivono gli analisti, si può anche attribuire però a motivi politici e ai provvedimenti che il governo centrista ha approvato nei suoi primi mesi di governo.
Il Senato francese ha poteri limitati rispetto all’Assemblea Nazionale, le cui decisioni prevalgono in caso di disaccordo fra le due camere. Il Senato ha comunque la funzione di controllo sull’azione governativa e mantiene un ruolo nell’approvazione e nell’iter delle leggi. Il fatto che Macron abbia ottenuto così pochi seggi alla camera alta, oltre che costituire una sconfitta politica, potrebbe complicare la situazione del presidente che dovrà ricorrere in modo sistematico al sostegno di altri gruppi.