John McCain l’ha fatto di nuovo
Per la seconda volta in due mesi ha fatto sapere che non voterà una riforma di Obamacare proposta dai Repubblicani, cosa che probabilmente la farà fallire
Il senatore americano John McCain ha fatto sapere che non voterà il nuovo tentativo di riforma di Obamacare proposto dal partito Repubblicano, di cui fa parte. È la seconda volta in due mesi che McCain decide di non appoggiare una modifica alla legge, introdotta dall’amministrazione Obama nel 2013: a luglio lo fece in maniera spettacolare, votando platealmente contro al suo partito davanti a tutta l’aula. Stavolta il voto potrebbe non essere necessario: al Senato i Repubblicani hanno una maggioranza molto risicata, e dopo il comunicato di McCain potrebbero decidere di lasciar perdere per non rischiare un’altra brutta figura dopo quella di luglio. L’abolizione di Obamacare era uno dei pochi temi su cui il presidente Donald Trump e la dirigenza del partito Repubblicano erano d’accordo durante la campagna elettorale del 2016.
I cannot in good conscience vote for Graham-Cassidy. A bill impacting so many lives deserves a bipartisan approach. https://t.co/2sDjhw6Era pic.twitter.com/30OWezQpLg
— John McCain (@SenJohnMcCain) September 22, 2017
La nuova proposta (PDF) è stata avanzata da due politici Repubblicani moderati e molto rispettati al Congresso come Bill Cassidy e Lindsey Graham, il quale è amico e alleato di lunga data di McCain. La proposta Graham-Cassidy propone di eliminare diversi pilastri di Obamacare – fra cui l’obbligo per ciascuna persona di ottenere una copertura sanitaria – e di radunare i vari sussidi federali in un unico finanziamento a fondo perduto che verrà versato a ciascuno stato. Secondo i Repubblicani, la riforma ridurrebbe drasticamente le spese per il governo federale, introducendo criteri più oculati di distribuzione dei fondi. Secondo i Democratici, invece, la riforma potrebbe far perdere la copertura sanitaria a milioni di persone. Nei sondaggi il tasso di gradimento della riforma è molto basso, intorno al 20 per cento.
I Repubblicani contavano di votare la riforma in questi giorni perché il 30 settembre scadono alcune agevolazioni procedurali che permettono di approvarla in Senato con soli 51 voti su 100, al posto dei 60 che normalmente sono necessari per riforme di questo tipo. I Repubblicani controllano 52 seggi al Senato, più quello del vicepresidente Mike Pence (che presiede l’aula e che in casi eccezionali può partecipare al voto). Prima della decisione di McCain solamente il super-conservatore Rand Paul si era detto contrario alla proposta; ora dovrebbero unirsi anche le senatrici Susan Collins e Lisa Murkowski, che in questi giorni erano segnalate come “indecise” ma che avevano votato contro la proposta di riforma avanzata a luglio, alleandosi con McCain.
Il New York Times ha scritto che questo nuovo fallimento del partito Repubblicano sta dando molto fastidio ai finanziatori del partito. Nello specifico, ha detto che il senatore del Colorado Cory Gardner, che ha un importante ruolo nei preparativi nelle elezioni di metà mandato del 2018, ha fatto notare ai suoi compagni di partito che «i finanziatori sono furibondi» perché i senatori «non hanno mantenuto le loro promesse».