In Nuova Zelanda ha vinto il centrodestra
Alle elezioni politiche il Partito Nazionale è arrivato primo ma non ha abbastanza seggi per governare: al secondo posto ci sono i laburisti di Jacinda Ardern
Si sono chiusi da alcune ore i seggi in Nuova Zelanda, dove si è votato per eleggere i membri del nuovo parlamento e, di conseguenza, il governo. Quando sono stati scrutinati quasi tutti i voti, il partito con più voti e seggi è il Partito Nazionale: di centrodestra, guidato dall’attuale primo ministro Bill English. Il Partito Nazionale, che è al governo da 9 anni, ha avuto il 46 per cento circa dei voti e 58 seggi su 120. Gliene mancano quindi tre per avere la maggioranza: per poter governare dovrà quindi provare a fare una coalizione con il partito di destra New Zealand First. Al momento il Partito Laburista di Jacinda Ardern – di cui si è parlato molto nelle ultime settimane sui giornali internazionali, per via dell’improvviso aumento dei consensi che ha portato al partito – otterrebbe circa 45 seggi (54 contando una probabile coalizione con il partito dei Verdi).
Il New Zealand First, che ha ottenuto circa il 7,5 per cento dei voti, sarà quindi determinante per la formazione di un eventuale governo. Il partito è guidato da Winston Peters, che ha 72 anni, e già dopo le ultime elezioni era stato determinante per la formazione di un nuovo governo. Peters ha detto di non avere ancora deciso se e con chi farà una coalizione e che la decisione «potrebbe richiedere un po’ di tempo». Tecnicamente sarebbe quindi possibile anche una complicata coalizione di governo tra laburisti, verdi e New Zealand First.
99.8% of results counted in #nzelection: National clearly ahead but nobody wins – yet https://t.co/lHZPNfTQFB pic.twitter.com/jrzBnUui1E
— Claire Phipps (@Claire_Phipps) September 23, 2017
Le cose da sapere su queste elezioni
Il Partito Nazionale è stato al governo per nove anni e English, che ha 55 anni, è primo ministro dal 2016. In precedenza era stato per tre volte ministro delle Finanze. Fino a un paio di mesi fa le elezioni in Nuova Zelanda non sembravano particolarmente interessanti: ci si aspettava una facile vittoria del Partito Nazionale, che alle elezioni del 2014 aveva preso il 48 per cento dei voti contro il 24 per cento del Partito Laburista. English aveva puntato molto sulla continuità delle politiche del suo governo.
Le cose sono cambiate a inizio agosto, quando il leader dei laburisti – Andrew Little – ha lasciato il posto a Jacinda Ardern, la sua vice di 38 anni. In due mesi Ardern ha «dato fuoco al dibattito politico», come ha scritto il Guardian. Ha condotto una campagna elettorale di “inarrestabile positività”, ha proposto molti cambiamenti e si è proposta come un volto nuovo, recuperando 20 punti percentuali in poche settimane. Sui giornali neozelandesi è stata coniata l’espressione “Jacindamania” e spesso Ardern è paragonata ad altri politici carismatici e innovatori come Barack Obama e Justin Trudeau. Come loro, Ardern sembra andare forte soprattutto tra i giovani e le donne.
Sui giornali internazionali si è parlato di Ardern soprattutto per come ha risposto a una domanda su come conciliare la marternità e il lavoro durante una intervista radiofonica. Ardern non ha figli e non è sposata, anche se ha una relazione. L’intervistatore, un ex giocatore di cricket, le ha velatamente chiesto se intendesse avere dei figli. Ardern ha detto che fare a lei una domanda del genere non è inappropriato, perché lei è pronta a discutere del dilemma affrontato da molte donne, ma ha anche detto a Richardson: «È completamente inaccettabile che qualcuno nel 2017 dica che le donne abbiano il dovere di rispondere a questa domanda sul posto di lavoro, inaccettabile. È una scelta delle donne quella se avere figli o meno, una scelta che non dovrebbe avere peso in un’assunzione».
Nell’ultima settimana è il Partito Nazionale sembra aver riguadagnato qualche punto, rendendo il tutto ancora più indeciso. È successo soprattutto perché Ardern ha parlato dell’ipotesi di proporre nuove tasse dopo le elezioni del 2020 (si vota ogni tre anni).
Cosa propongono i due partiti?
I laburisti hanno detto di voler eliminare la povertà infantile, costruire 100mila nuove case per i più poveri e rendere gratuiti i primi tre anni di studi universitari entro pochi anni. Il Partito Nazionale ha puntato molto sulla continuità con il passato, parlando di stabilità economica, lotta alle gang criminali e investimenti nelle infrastutture. Il nuovo primo ministro dovrà anche occuparsi di una grave crisi del carburante, iniziata dopo che l’oleodotto che riforniva l’aeroporto Auckland, la città più popolosa del paese, è stato forato da una scavatrice che stava lavorando in un campo, creando diversi problemi a chi viaggia da e verso la Nuova Zelanda.
Come funzionano le elezioni in Nuova Zelanda?
Con un sistema proporzionale misto in cui gli elettori devono esprimere due voti: il primo per un partito e l’altro per un candidato della propria circoscrizione. Il Parlamento ha una sola camera composta da circa 120 seggi, la cui distribuzione dipenderà dal primo voto della scheda, quello per il partito. Il Partito Laburista e il Partito Nazionale non sono gli unici due che partecipano alle elezioni: ce ne sono diversi altri – tutti piuttosto distanti dal 10 per cento dei voti, secondo i sondaggi – che potrebbero diventare molto importanti per formare eventuali coalizioni di governo.