Luigi Di Maio è il nuovo leader del M5S
Come ampiamente previsto ha vinto le primarie online del partito, alle prossime elezioni politiche sarà anche il candidato alla presidenza del Consiglio
Luigi Di Maio ha vinto le primarie del Movimento 5 Stelle per diventare leader di partito e prossimo candidato alla presidenza del Consiglio. Il risultato delle primarie era scontato da giorni – gli avversari di Di Maio erano perlopiù attivisti locali poco conosciuti – ma l’annuncio è stato solo oggi a Rimini, durante il raduno ufficiale del partito. Secondo il M5S, Di Maio ha ottenuti 30.936 voti su un totale di 37.442, pari circa all’82 per cento.
Di Maio ha 31 anni, è deputato dal 2013 ed è da tempo indicato come il naturale candidato presidente del Consiglio del partito, anche perché appoggiato ufficiosamente dallo stesso Beppe Grillo. L’unico altro esponente del Movimento 5 Stelle ad essere conosciuto più o meno quando Di Maio è Alessandro Di Battista, che però non si è voluto candidare.
Di Maio è nato ad Avellino, è giornalista pubblicista e fa parte del movimento dal 2007. Nel 2010 si è candidato come consigliere comunale del suo comune, senza riuscire ad essere eletto. Tre anni dopo fu invece eletto alla Camera, di cui è anche diventato Vicepresidente. In questi anni ha dato moltissime interviste ai giornali e partecipato a innumerevoli talk show televisivi, diventando per molti il “volto” del Movimento insieme a Grillo (ed esponendosi anche a diverse brutte figure e dichiarazioni strambe).
Alle primarie per la leadership del partito si potevano candidare tutti coloro che sono stati eletti col Movimento 5 Stelle o coloro che sono ancora in carica, ma il cui mandato finirà entro il prossimo 28 febbraio. Significa che avrebbero potuto candidarsi tutti i consiglieri di circoscrizione, comunali, provinciali, regionali, sindaci, deputati e senatori.
Le primarie sono finite il 22 settembre, un giorno dopo il previsto: questo perché diversi iscritti a Rousseau – il portale utilizzato dagli iscritti al Movimento 5 Stelle – avevano detto di aver avuto difficoltà e ritardi nell’utilizzare il sistema di voto e il Movimento aveva ammesso che c’erano stati problemi a causa dell’alto numero di accessi.