Dove va Sappada
A nove anni da un referendum, il Senato ha votato a favore della richiesta di un comune del Veneto che vuole passare al Friuli Venezia Giulia
Giovedì 21 settembre il Senato ha approvato con delle modifiche il testo proposto dalla Commissione affari costituzionali per far passare il comune di Sappada dalla regione Veneto alla regione Friuli Venezia Giulia. Il testo è passato con 168 sì, un no e 8 astenuti, a quasi dieci anni da un referendum comunale sulla questione. Il ddl per l’approvazione definitiva dovrà ora essere votato dalla Camera dei deputati.
Sappada (Plodn nel dialetto tedesco, Bladen in tedesco, Sapade o Ploden in friulano e Sapada in ladino) è un comune italiano di circa 1.300 abitanti e attualmente fa parte della provincia di Belluno: si sviluppa lungo una valle attraversata dal fiume Piave e si trova a 1.245 metri di altitudine nell’estremità nord-orientale delle Dolomiti, al confine tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Austria. Sappada è conosciuta soprattutto come meta turistica sia invernale che estiva e perché, in Veneto, è un’isola germanofona. Il dialetto che si parla a Sappada è stato infatti classificato come austriaco-bavarese, cioè di matrice tedesca, e fu portato dai primi abitanti della valle che, secondo l’ipotesi più accreditata, provenivano dall’Austria. Nel 1400 il paese passò alla Serenissima Repubblica di Venezia e, dopo una breve parentesi di dominazione francese, nel 1814 passò sotto gli austriaci che costruirono le prime scuole e le prime opere pubbliche. Nel 1852 Sappada passò dalla provincia di Udine a quella di Belluno che a sua volta, qualche anno dopo, venne annessa all’Italia. La parrocchia di Sappada fa invece tuttora parte della Pieve di Gorto, arcidiocesi di Udine.
Nel luglio 2007 il consiglio comunale di Sappada decise di indire un referendum popolare per il passaggio del paese alla regione autonoma del Friuli Venezia Giulia. La richiesta era stata sottoscritta da oltre 400 cittadini e i motivi, secondo i comitati promotori, avevano e hanno a che fare con questioni geografiche, storiche e culturali. Il referendum venne votato nel marzo del 2008 e il 95 per cento degli elettori votò a favore dell’annessione (su un totale di 1.199 aventi diritto al voto, andarono a votare 903 elettori e cioè il 75,3 per cento: di questi votarono per il sì in 860 e per il no in 41).
Il passaggio dei comuni da una regione all’altra è regolato dal secondo comma dell’articolo 132 della Costituzione. Prevede un parere delle regioni e dice:
«Si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Province e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra».
Il passaggio è poi normato dalla legge 352 del 1970 che stabilisce iter pratici e tempi: l’esito del referendum deve essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entro 60 giorni dalla pubblicazione il ministero degli Interni deve proporre un disegno di legge sull’aggregazione-distacco che deve essere votato dal parlamento. Tutta questa procedura si applica anche quando, come nel caso di Sappada, si preveda il distacco di un ente locale da una regione a statuto ordinario (in questo caso il Veneto) e l’aggregazione a una regione a statuto speciale (il Friuli Venezia Giulia).
Il parere favorevole delle regioni coinvolte nel caso di Sappada non arrivò subito dopo il referendum, ma nel 2010 quello del Friuli Venezia Giulia e nel 2012 quello del Veneto. Il disegno di legge per il distacco e l’aggregazione venne presentato nel 2013, l’esame in commissione si concluse nel febbraio del 2016 e il voto favorevole al Senato è arrivato in questi ultimi giorni, dopo quindi nove anni dal referendum.
Dopo il voto favorevole del Senato, il sindaco di Sappada Manuel Piller Hofer ha detto di essere «davvero soddisfatto e a questo punto anche un po’ incredulo». Ha però parlato della «beffa della fine legislatura: i tempi per il voto alla Camera sono stretti e ci auguriamo che possa giungere una risposta definitiva». La presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, del Partito Democratico, ha spiegato che «il passaggio di questo comune è il compimento formale di un’appartenenza identitaria, linguistica e culturale, molto forte e radicata; è la sanzione ufficiale di una lunghissima storia comune. Siamo di fronte a un caso chiarissimo e pacifico, contestualizzato e analizzato in tutti i dettagli anche dal punto di vista costituzionale. Non è una scaramuccia di confine tra regioni, né si rischia di aprire alcun effetto domino».
Il presidente del Veneto Luca Zaia, Lega Nord, ha fatto sapere di voler rispettare le scelte di tutti («Figuriamoci se un federalista impenitente come il sottoscritto oserebbe mettere in discussione le scelte di una comunità»). Ha però detto che la decisione potrebbe avere come reali motivazioni non tanto l’identità e la cultura, visto che l’aggregazione di Sappada sarebbe con una regione a statuto speciale: «Prendo atto che i comuni che fino a ora hanno rivendicato la libertà di poter cambiare regione, hanno tutti chiesto di essere annessi al Friuli Venezia Giulia o al Trentino Alto Adige, e mai, all’Emilia-Romagna o alla Lombardia. Cosa che la dice lunga sulle vere motivazioni di queste scelte separatiste».