La BCE ha rialzato le stime sulla crescita economica dell’eurozona (e c’entrano anche i migranti)
La Banca Centrale Europea (BCE) ha comunicato oggi di aver rialzato le stime di crescita per l’economia dei paesi che adottano l’euro nel 2017. La BCE aveva stimato una crescita dell’1,9 per cento, che è stata rialzata nel Bolletino economico pubblicato oggi al 2,2 per cento. Nel lungo documento, che prende in esame numerosi aspetti della situazione economica europea, la BCE si occupa anche dell’impatto dei migranti sull’eurozona, un aspetto del rapporto che è stato sottolineato da molti giornali.
La BCE scrive che nell’area euro:
«Nel corso della ripresa, l’immigrazione ha contribuito a un aumento della popolazione in età da lavoro negli stati membri, generata soprattutto dagli arrivi di lavoratori dai nuovi stati membri dell’Unione Europea [in particolare quelli dell’est Europa]. Di conseguenza, è cresciuta anche la forza lavoro [la somma di coloro che lavoro e di coloro che sono attivamente in cerca di lavoro], soprattutto in Germania e in Italia, ma anche in alcuni piccoli paesi dell’area euro»
Significa che l’arrivo di numerosi migranti negli ultimi anni, in particolare dai paesi dell’est Europa, ha prodotto un aumento sia delle persone in età da lavoro sia di coloro che sono interessati a partecipare al mercato del lavoro. È un fenomeno positivo, almeno in teoria, poiché quasi tutti i paesi europei hanno un problema demografico di bassa natalità e aspettativa di vita sempre più alta, che produce una continua diminuzione della popolazione che si può impegnare nelle attività lavorative.