La crisi del carburante in Nuova Zelanda
Una scavatrice ha forato l'unico oleodotto che riforniva l'aeroporto di Auckland, e ora ci sono molti problemi
La Nuova Zelanda sta attraversando una grave crisi del carburante dopo che l’oleodotto che riforniva l’aeroporto Auckland, la città più popolosa del paese, è stato forato da una scavatrice che stava lavorando in un campo. La perdita è stata richiusa nel giro di 15 minuti, ma ha causato la fuoriuscita di 70mila litri di carburante, e soprattutto ora l’oleodotto necessita di essere riparato: si stima ci vorranno dai 10 ai 15 giorni. Nel frattempo, per via della mancanza di carburante, sono stati cancellati molti voli, domestici e internazionali, e sono state limitate le vendite di biglietti aerei a chi ne ha necessità per motivi famigliari, o per altri motivi «essenziali». Tremila persone al giorno non potranno viaggiare perché il loro volo è stato cancellato, e altre 6000 saranno interessate da ritardi e dirottamenti dei voli alle Fiji o in Australia.
L’oleodotto danneggiato era l’unico che riforniva l’aeroporto di Auckland, il più importante del paese. Tutte le compagnie aeree possono ora riempire i serbatoi soltanto al 30 per cento della loro capacità, per il razionamento del carburante deciso dal governo. Tutte le esportazioni sono state interrotte, e gli aerei sono stati svuotati dalle merci in partenza, tranne nei casi di prodotti deperibili. In tutto questo, il 23 settembre, cioè sabato, in Nuova Zelanda ci saranno le elezioni politiche: i politici hanno deciso di limitare al minimo gli spostamenti in aereo. Jacinda Ardern, la candidata dei Laburisti che sta andando molto forte nei sondaggi, ha criticato il governo per non aver investito nelle infrastrutture legate al trasporto del carburante ad Auckland, anche se l’oleodotto è in realtà gestito da una compagnia privata. «Un oleodotto e una scavatrice e la Nuova Zelanda si ferma», ha detto Ardern.
Scavatrici nel luogo dove si è verificata la perdita, vicino a Ruakaka. (Michael Cunningham/Northern Advocate via AP)
La linea danneggiata trasportava anche diesel e benzina, i cui rifornimenti dipendono ora da altre linee e da spedizioni eccezionali, navali e tramite autocisterne, organizzate dal governo. La Marina ha cancellato una grande esercitazione con Singapore per usare le navi per il trasporto di carburante. C’è preoccupazione sulle conseguenze che potrà avere la crisi del carburante sul turismo: un rapporto governativo del 2012 aveva stimato che un danno simile sarebbe potuto costare al paese dai 400 ai 500 milioni di dollari neozelandesi (cioè tra i 250 e i 300 milioni di euro) tra esportazioni e turismo, anche se la vice prima ministra Paula Bennett ha rassicurato che almeno per quanto riguarda il turismo non ci saranno conseguenze.