A Lampedusa sono cambiate un po’ di cose
Il nuovo sindaco si è lamentato dei migranti presenti sull'isola e ha proposto di chiudere lo hotspot
Il 16 settembre Salvatore Martello, neoeletto sindaco di Lampedusa, ha proposto di chiudere l’hotspot dell’isola, uno di quei centri usato per l’identificazione dei migranti subito dopo il loro arrivo in Italia. Parlando con diversi giornali e agenzie, Martello ha detto che il centro è “inutile” e che i migranti creano problemi di ordine pubblico sull’isola, che è il territorio italiano più facilmente raggiungibile dalla Tunisia. «Dovrebbero stare all’interno del centro, invece sono in mezzo alle strade che passeggiano, si ubriacano e fanno quello che vogliono», ha detto Martello. È un approccio completamente differente da quello della precedente sindaca Giusi Nicolini, apprezzata e riconosciuta per la sua attenzione all’integrazione.
Le accuse di Martello sono piuttosto gravi: il sindaco ha spiegato che «i bar sono pieni di tunisini che si ubriacano e molestano le donne» e che «per due volte un fruttivendolo che si trova davanti alla stazione dei carabinieri ha subito il furto di fiaschi di vino. Ci sono furti continui nelle botteghe di abbigliamento e di alimentari, molestie nei confronti dei turisti». Secondo Martello, i problemi sarebbero causati da circa 180 migranti tunisini temporaneamente ospiti dello hotspot.
Martello era già stato sindaco per gran parte degli anni Novanta e fino al 2001. Alle elezioni di giugno ha ottenuto il 40 per cento dei voti: era sostenuto da una parte del Partito Democratico – che però scelse di non presentare il suo simbolo – mentre Nicolini è arrivata terza con il 24 per cento dei voti, superata anche dal candidato del Movimento 5 Stelle. Durante l’amministrazione di Nicolini si era spesso parlato di Lampedusa come un esempio positivo e virtuoso sull’accoglienza ai migranti: c’era persino chi aveva proposto gli abitanti per il Nobel per la pace, anche per via delle atmosfere e relazioni descritte nel film Fuocoammare di Gianfranco Rosi.
Sarà difficile che il governo italiano accetti la proposta di chiudere lo hotspot, visto che la struttura è stata aperta dietro una richiesta esplicita dell’Unione Europea e che i processi di identificazione dei migranti che si svolgono al suo interno si sono ormai consolidati. A causa della sua posizione, inoltre, Lampedusa – che ha circa 6mila abitanti – è lungo la rotta migratoria più trafficata degli ultimi anni, e difficilmente potrà rimanere fuori dalla gestione dei flussi.
I critici di Martello ipotizzano anche che il nuovo sindaco abbia esagerato i problemi causati dagli ospiti dello hotspot, forse per una questione di consenso politico. A Nicolini risulta una sola denuncia per furto, e nessuna molestia ai turisti. Il parroco dell’isola Carmelo La Magra ha raccontato: «I tunisini arrivati sull’isola sono molto giovani e certamente rumorosi ma io vedo un’isola serena e vivibilissima. Anche nei giorni scorsi ho portato delegazioni in visita a Lampedusa e i migranti sono quasi invisibili».