Il primo sciopero contro Macron
Ieri centinaia di migliaia di persone hanno manifestato contro la nuova legge sul lavoro, il provvedimento più importante del nuovo presidente francese
Ieri, centinaia di migliaia di persone hanno manifestato in Francia contro la legge sul lavoro voluta dal nuovo presidente francese Emmanuel Macron. Ci sono state proteste in tutte le principali città della Francia. Secondo CGT, il principale sindacato francese che ha organizzato la manifestazione, ieri hanno scioperato 400 mila persone, secondo il ministero dell’Interno i manifestanti erano 223 mila. A Parigi numerose scuole sono state occupate dagli studenti, mentre nelle strade intorno alla capitale si sono formate code e rallentamenti a causa delle proteste di camionisti e casellanti. A Parigi e in altre città ci sono stati alcuni scontri tra manifestanti e polizia, ma le proteste sono state in gran parte pacifiche.
Chiffres du nombre de manifestants dans les principaux défilés contre la réforme du Code du travail #AFP par @AFPgraphics pic.twitter.com/38SnEZtXjh
— Agence France-Presse (@afpfr) September 12, 2017
Pochi giorni prima della manifestazione, Macron aveva detto che la sua riforma non sarebbe stata bloccata dagli “scansafatiche”. Molti manifestanti hanno risposto con cartelli e slogan come “Sei finito, gli scansafatiche sono arrivati” e “Fannulloni in sciopero”. Il numero dei manifestanti a livello nazionale è molto simile a quello del primo giorno di proteste contro la precedente legge del lavoro, proposta dall’ex presidente François Hollande. Il 9 marzo del 2016 circa 450 mila persone protestarono secondo i sindacati, 224 mila secondo la polizia. Le manifestazioni proseguirono per gran parte dell’estate e alla fine Hollande fu costretto a modificare la riforma. In passato altri tentativi di riformare il codice del lavoro francese, lungo circa tremila pagine e da molti accusato di essere vecchio e superato, sono falliti a causa delle manifestazioni organizzate dai sindacati.
Questa volta, però, le cose potrebbero andare diversamente. I giornali francesi scrivono che Macron e la sua squadra hanno condotto abilmente i negoziati, incontrandosi con i sindacati nel corso dell’estate per più di cento volte. Il risultato di questi sforzi è stato riuscire a rompere l’unità dei sindacati francesi. Alla manifestazione di ieri non hanno partecipato né la CFDT, il più grande sindacato del pubblico impiego francese, né FO, il terzo sindacato per dimensione. Entrambi non sono completamente soddisfatti dalla riforma, ma per il momento hanno deciso di accettare i compromessi a cui il governo è arrivato nel corso delle trattative.
La riforma Macron prevede sostanzialmente cinque punti principali: maggiore possibilità di derogare ai contratti nazionali a livello aziendale, un nuovo limite ai rimborsi che possono ricevere i lavoratori per i licenziamenti senza giusta causa, maggiori possibilità per le aziende di assumere e licenziare, una liberalizzazione dei contratti a tempo determinato e una semplificazione della rappresentanza sindacale nelle aziende più grandi.
Queste novità hanno tutte lo scopo di spostare la contrattazione dal livello centrale a quello aziendale e di indebolire il potere contrattuale dei sindacati. Secondo i critici il risultato della riforma saranno contratti di lavoro meno vantaggiosi per i lavoratori. Secondo i sostenitori della riforma, invece, la contrattazione risulterà più flessibile, quindi le aziende avranno maggiori incentivi ad assumere dipendenti.
Alla manifestazione hanno partecipato anche diversi leader politici, come l’ex candidato presidente del Partito Socialista Benoît Hamon e il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon, che con il suo partito La France insoumise ha ottenuto un ottimo risultato alle ultime elezioni. Mélenchon ha partecipato alla manifestazione di Marsiglia, dove ha promesso di far ritirare la riforma. Il suo partito ha organizzato un’altra manifestazione contro la legge per il prossimo 23 settembre, il giorno dopo la data prevista per l’approvazione definitiva della riforma. Anche la CGT ha già annunciato un nuovo sciopero per il prossimo 21 settembre.
Per Macron è molto importante riuscire ad approvare la legge. Si tratta della sua principale promessa durante la campagna elettorale e uno degli elementi fondamentali del suo programma. Il suo obiettivo, spiegano gli esperti, è quello di introdurre importanti riforme nel suo paese, recuperare competitività e dinamismo in modo da poter trattare da pari con la Germania, l’altra economia forte dell’Unione Europea. La sua popolarità, intanto, è in calo costante e secondo un sondaggio realizzato ad agosto soltanto il 36 per cento dei francesi approva l’operato di Macron. Cinque anni fa a questo punto il 46 per cento dei francesi approvava l’operato di François Hollande, che si è rivelato poi il più impopolare presidente della storia francese. Macron ha rapidamente bisogno di un grosso successo politico per mostrare che la sua presidenza è iniziata con il piede giusto.