Sentirete parlare di Luka Doncic
Agli Europei di basket un 18enne sloveno sta facendo vedere cose incredibili per la sua età, e se ne parla come di una futura stella della NBA
Ieri sera la Slovenia ha battuto per 103 a 97 la Lettonia, nei quarti di finale degli Europei di basket. È stata una delle partite più belle del torneo, piena di giocate spettacolari e in cui le due squadre non sono mai state separate da molti punti (dopo il primo quarto, almeno). La partita è stata definita da molti una specie di anteprima su quello che sarà il futuro più prossimo del basket, europeo ma non solo: c’era un giocatore più atteso degli altri, che ha compiuto quest’anno diciott’anni e che, secondo la maggior parte delle previsioni, diventerà a breve uno dei più forti giocatori europei. È Luka Doncic, guardia slovena del Real Madrid, che ieri sera ha fatto 27 punti – più di tutti, nella Slovenia – ha preso 9 rimbalzi e ha fatto cose come queste.
Slovenia-Lettonia è stata una gran partita anche per merito di Kristaps Porziņģis, ala lettone dei New York Knicks che in due stagioni in NBA è diventato uno dei giocatori più forti del campionato, ma anche per Goran Dragic, esperta guardia slovena dei Miami Heat, e per Davis Bertans, lettone, ala dei San Antonio Spurs.
Ieri sera, comunque, si è parlato soprattutto di Doncic, che è un giocatore incredibile: nonostante i suoi 18 anni, infatti, gioca come uno che frequenta partite di questo livello da moltissimi anni e ha una sicurezza e un’intelligenza che non si vedono praticamente in nessun altro giocatore della sua età. Doncic è una guardia moderna e completa, e sa fare tutto e bene: tirare da tre, penetrare, servire assist, ma anche raccogliere rimbalzi, difendere e stoppare. Vedendolo giocare, colpisce soprattutto l’eleganza dei suoi movimenti, che ha perfezionato fin da piccolissimo sotto la guida di suo padre Saša, ex giocatore e ora allenatore. Se lo vedeste giocare da solo, probabilmente non direste che Doncic è alto 2,01 metri e pesa quasi 100 chili. Nel basket europeo è quasi sempre molto facile riconoscere i giocatori sotto i vent’anni, perché sono molto più asciutti e piccoli fisicamente di quelli più grandi. Doncic, oltre alla testa, ha anche un fisico superiore alla media della sua età, e soprattutto lo sa usare come un giocatore all’apice della sua carriera.
Come ha raccontato sull’Ultimo Uomo Davide Bertoluzzi, uno dei primi momenti in cui si è capito che Doncic sarebbe diventato un gran giocatore è stato durante una partita di Eurolega del gennaio 2016, tra Real Madrid e CSKA Mosca. I giocatori più forti del Real Madrid, che aveva vinto il trofeo l’anno precedente, erano indisponibili, e la partita stava andando nel verso sbagliato. Quando entrò in campo Doncic al posto di Sergio Rodriguez, le cose cambiarono. Arrivò subito un time out dell’allenatore Pablo Laso, che urlò ai suoi giocatori che non gli interessava quale schema volessero chiamare, bastava che ne chiamassero uno, e che lo eseguissero.
Nella prima palla dopo il time out, Doncic – che allora doveva ancora compiere 17 anni – prese la palla nella sua metà campo, la portò in quella di attacco chiamando uno schema. Appena fuori dall’area da tre, i suoi compagni gli fecero due blocchi consecutivi, e lui si ritrovò da solo: tirò, nel momento più delicato di una partita di Eurolega, a 16 anni, e segnò. Poco più di un minuto dopo ricevette un altro pallone fuori dall’area da tre. Era libero, ma l’azione poteva benissimo continuare, se Doncic avesse voluto passare la palla a un compagno più esperto. Lui invece tirò, e segnò di nuovo. Quaranta secondi dopo, nuova palla da tre punti, di nuovo da solo. E Doncic segnò anche quella, portando il Real Madrid a -1, e segnando così nove punti in meno di tre minuti (il Real avrebbe poi perso di 14, alla fine).
Nell’ultima stagione, Doncic è diventato sempre più importante per il Real Madrid, squadra nelle cui giovanili gioca da quando aveva 13 anni (che poi era soltanto nel 2012). Ci arrivò dall’Union Olimpija, la squadra di Lubiana dove iniziò a giocare. Esordì nel campionato spagnolo nel 2015, diventando il giocatore più giovane di sempre della prima squadra del Real Madrid. La sua stagione della consacrazione è stata quella 2016-2017, in cui ha giocato una media di 20 minuti a partita in campionato e in Eurolega, con poco meno di otto punti a partita. Non sono ancora numeri straordinari, ma bisogna tenere conto che Doncic a 18 anni gioca regolarmente nella squadra che ha vinto tre degli ultimi quattro campionati spagnoli, e che ha vinto più coppe di Eurolega della storia (nove, l’ultima nel 2015).
In un’altra partita di Eurolega, giocata nel dicembre del 2016 dal Real Madrid contro la squadra lituana del Žalgiris Kaunas, Doncic prese in mano la situazione come aveva fatto contro il CSKA Mosca: sul punteggio di 86 pari, a meno di due minuti dalla fine, segnò due canestri da tre punti decisivi. Entrambi “forzati”, entrambi allo scadere dei 24 secondi, entrambi guadagnandosi un po’ di spazio dal difensore con un cambio di mano, con un movimento praticamente identico.
In questi Europei, Doncic ha fatto una grande partita dietro l’altra, tenendo finora una media di 15,7 punti a partita e risultando fondamentale nell’accesso della Slovenia in semifinale, che giocherà domani sera contro la Spagna. Le sue prestazioni hanno confermato le previsioni di quelli che da mesi ne parlano come del miglior prospetto europeo del 21esimo secolo: il paragone più immediato è quello con lo spagnolo Ricky Rubio, che una decina di anni fa cominciò a far parlare di sé tutti gli appassionati di basket, ma che dopo il suo passaggio nella NBA nel 2011 ha in parte deluso le altissime aspettative sul suo conto, nonostante si sia confermato un gran giocatore. Doncic sembra più completo, a partire dal suo tiro da tre.
Quest’anno, al di là di quello che succederà nella semifinale contro la Spagna, che è la squadra più forte degli Europei, con ogni probabilità Doncic si metterà ancora più in mostra: anche perché si è infortunato gravemente Sergio Llull, altra guardia del Real Madrid. In molti credono che nel 2018 potrà essere la prima scelta assoluta ai draft della NBA, l’evento annuale con il quale le squadre scelgono i nuovi giocatori dall’estero e dai college. I pochi dubbi sul suo conto, legati al suo passaggio alla NBA, riguardano le sue presunte mancanze atletiche, che potrebbero però eventualmente rivelarsi soltanto dopo un confronto diretto con i più forti giocatori americani.