Le novità sui carabinieri accusati di stupro
Oggi la procura dovrebbe interrogare anche il secondo carabiniere, mentre sono state smentite diverse notizie circolate negli ultimi giorni
Oggi, martedì 12 settembre, il secondo carabiniere accusato di avere stuprato due studentesse americane a Firenze, nella notte tra mercoledì 6 e giovedì 7 settembre, potrebbe essere interrogato in procura. La Stampa e il Corriere della Sera danno la notizia per certa e scrivono che l’interrogatorio avverrà su richiesta dello stesso carabiniere, ANSA scrive invece che l’interrogatorio avverrà «molto presto, questione di giorni se non di ore». Sabato scorso il primo carabiniere aveva confessato di avere avuto un rapporto sessuale consensuale con una delle due ragazze, negando che ci fosse stata una violenza. Gabriele Zanobini, avvocato di una delle due studentesse, aveva però smentito questa versione spiegando che le due ragazze non erano pienamente lucide per via dell’alcol, e che quindi non avevano potuto dare il loro consenso. Alcuni giornali hanno scritto oggi nome e cognome dei due carabinieri coinvolti.
Nel frattempo prosegue anche l’inchiesta della procura militare di Roma, dove entrambi i carabinieri – che sono stati sospesi dal servizio – verranno sentiti la prossima settimana per rispondere alle accuse di violata consegna e peculato militare, due violazioni al codice penale militare in tempo di pace legate al sospetto che abbiano usato l’auto di servizio per motivi personali. Diversi giornali scrivono anche che probabilmente l’Arma si costituirà parte civile se si arriverà al processo, così come il Comune di Firenze.
Indagini ed esami
Il test alcolemico effettuato in ospedale due ore dopo la presunta aggressione è risultato positivo e le analisi mediche svolte sulle due ragazze confermerebbero un rapporto sessuale recente. La Stampa dice che l’istituto di genetica forense dell’ospedale Careggi, su incarico della procura, dovrà ora eseguire un esame che consenta di misurare la percentuale alcolica nel sangue delle due studentesse al momento della violenza. Sono poi attesi i risultati degli esami sui reperti biologici raccolti dalla polizia nell’androne del palazzo dove le due ragazze vivevano. Sempre La Stampa dice che «non potranno invece essere effettuati i test sulle divise dei carabinieri perché queste non sono state sequestrate».
Da due giorni si parla di un video della durata di un secondo girato con il telefonino da una delle studentesse: la Nazione ha scritto che è stato girato «con mano tremante nell’ingresso del palazzo di Borgo Santi Apostoli» dove è avvenuta la presunta violenza e che nel video «si riconoscono parte del corpo di un uomo, l’uniforme e la fondina della pistola». Si dice poi che nel video si sente la ragazza gridare «bastard», e che poi si vedono «solo immagini confuse, le immagini della violenza sessuale». La notizia del video è stata ripresa da molti altri giornali. Il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, ha però smentito: è «radicalmente falso» che una delle studentesse abbia girato un video «durante la consumazione del reato», ed è «totalmente inventato» che la ragazza pronunci la parola «bastard». Il video esiste, ma è un fotogramma brevissimo, probabilmente partito per sbaglio, con un audio che fa pensare che sia stato girato in una situazione di confusione forse nella discoteca e in cui si vede il busto di una persona in divisa: «Impossibile da identificare e di nessuna rilevanza per le indagini», secondo il procuratore.
Creazzo ha poi smentito altre notizie scritte da alcuni giornali negli ultimi giorni: che i prelievi non siano stati fatti o che non siano utilizzabili e che sia stata la polizia a dire al 118 di portare le ragazze all’ospedale di Santa Maria Nuova dove non c’è il reparto di ginecologia. La notizia su una presunta “assicurazione antistupro” stipulata dalle due studentesse americane era già stata smentita dall’avvocato Zanobini: le due ragazze non avevano stipulato nessuna assicurazione di questo tipo e non erano nemmeno a conoscenza di quella generica stipulata automaticamente dall’università che frequentano. Diversi giornali avevano insinuato che, vista l’esistenza dell’assicurazione, le accuse ai carabinieri potevano essere state inventate.
La ricostruzione
Le due ragazze – ventunenni – sono una del New Jersey e una del Maine, ed erano arrivate a Firenze per studiare arte e design a inizio agosto. Giovedì mattina hanno denunciato lo stupro: avevano passato la serata mercoledì nella discoteca Flo, a piazzale Michelangelo. Intorno alle due e mezza di notte erano state accompagnate a casa da due agenti di una pattuglia di Carabinieri, una delle tre intervenute sul posto per sedare una rissa. Dopo aver riportato a casa le due studentesse, nel palazzo in Borgo Santi Apostoli dove hanno un appartamento in affitto, i due agenti le avrebbero violentate nell’androne. Davanti al palazzo non ci sono telecamere, ma secondo diversi giornali due telecamere nella zona hanno ripreso l’auto su cui viaggiavano i carabinieri arrivare nell’isolato e poi andarsene circa 20 minuti dopo.
Nelle ultime ore alcuni quotidiani hanno parlato di nuovi particolari che hanno a che fare con la ricostruzione di quanto accaduto: i due carabinieri, dice ad esempio il Corriere, sarebbero entrati nella discoteca e si sarebbero fermati al bar, nonostante fossero in servizio. La decisione di far salire in auto le due ragazze, comportamento consentito soltanto in casi eccezionali come ad esempio il trasporto urgente di un ferito, non è stata poi comunicata alla centrale operativa, come invece prevedono le regole, né è stata presentata una relazione di servizio sui loro interventi di quella notte.